Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
Echi dal Convegno 2010, parte 4

Echi dal Convegno 2010, parte 4

Le Riflessioni di un agronomo

a cura di Alceo Orsini, agronomo,
direttore agronomico della fattoria

 

Partecipare al convegno quest’anno è stato totalmente differente dagli anni scorsi. Il coinvolgimento in prima persona all’evento, il dover relazionare su argomenti ed esperienze vissuti direttamente in azienda, mi preoccupava, essendo io un tecnico ancora profondamente inquinato nell’anima dalle “nuove tradizioni” agricolo industriali inculcate da anni di studi e attività precedentemente svolte nel convenzionale. Mi chiedevo come catturare l’attenzione dei partecipanti non tanto sulla fattoria, che si presta indiscutibilmente a distrarre quanti la percorrono tra le sue bellezze naturali, quanto sull’operato che all’interno di essa si svolge per raggiungere obiettivi comuni rivolti alle colture, agli animali allevati, all’ambiente in cui lavoriamo e viviamo, all’economia dell’azienda. Quando ho potuto frequentare le varie personalità che si susseguivano durante i gruppi di lavoro, i pensieri scambiati nei corridoi, le convinzioni dettate da esperienze realmente vissute, le relazioni esposte, tecnicamente impeccabili e complete, l’enfasi dei relatori animata dal cuore e non dall’interesse di protagonismo, mi ha fatto superare quella sorta di distacco mentale e spirituale che ancora resisteva dentro di me.

Tutto questo mi ha fatto capire quanto sia importante il lavoro che facciamo ogni giorno nella e per la nostra terra, nell’ambiente in cui viviamo e per gli esseri viventi che lo abitano, perché finché non lo devi fare capire agli altri, spesso non lo riesci a capire nemmeno te che lo stai facendo; lo fai ma non te ne rendi conto completamente. Nelle giornate del convegno si è evidenziata la necessità di andare oltre l’aspetto puramente filosofico e spirituale della biodinamica, che comunque era palpabile, per affrontare anche tematiche pratiche ed economiche, con obiettivi sostenibili per l’impresa, grande o piccola, sotto l’aspetto tecnico ed economico: si è sottolineata più volte l’importanza della qualità dei prodotti ottenuti, perché la sostenibilità dell’impresa si realizza nel momento in cui i consumatori apprezzano le produzioni biodinamiche anche sotto l’aspetto della gradevolezza alimentare.

Io, nonostante sia direttamente coinvolto, mi sono trovato a conoscere solo durante questo convegno, quanto lavoro alcune strutture universitarie e aziende svolgano nella ricerca e nello studio delle pratiche biodinamiche e dei prodotti ottenuti; ora dico che se avessi conosciuto prima alcuni degli importanti relatori incontrati durante questo convegno, forse avrei fatto ancora più esperienze e ottenuto risultati migliori di quelli raggiunti fino a ora. Non si può lasciare solo all’iniziativa della singola azienda l’esperienza e la “sperimentazione” specie quando ci sono strutture e persone assolutamente disponibili a mettere a disposizione delle aziende la loro altissima professionalità.  

L’Associazione dovrebbe lanciare messaggi più incisivi verso la gente comune, quella che tutti i giorni deve scegliere cosa comprare per mangiare, quella gente che si accorge del disastro ambientale in cui ci siamo cacciati, ma che non sa neppure che esiste una Associazione Biodinamica perché la gente è pronta a recepire il messaggio, ma ha bisogno di essere informata.

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