a cura di Sabrina Menestrina
Era piovuto per dieci giorni prima del nostro arrivo (eravamo il Consiglio dell’Associazione quasi al completo e un’altra ventina tra tecnici e agricoltori) e ciò nonostante la terra di Carlo Noro era soffice come un materasso e anche nelle zone non lavorate le erbe erano variegate e morbide e non v’erano pozze d’acqua e nessuno si è infangato le scarpe. Un gran biglietto da visita! confermato da due giorni di generosità indiscussa, di manifestazioni di profondo amore per la causa e noi tutti, in cui Carlo Noro ci ha nutrito di merende, preziose informazioni ed esempi fortificanti.
Rileggo gli appunti presi in quei giorni e riconosco che quello che Carlo Noro vuole comunicare non è semplice nozionismo. Rudolf Steiner diceva che gli impulsi morali e religiosi devono nascere dal cuore, devono sgorgare dal sentimento e che la scienza moderna ignora che in questi ideali e sentimenti morali vi sia una forza così intensa da poter creare mondi che rappresentano un futuro. Carlo Noro riconosce l’invito a lavorare con una coscienziosità che trascende l’ordinario e richiede una professionalità ferrea. In lui diventa grande e imprescindibile il concetto di RESPONSABILITA’. Carlo Noro manifesta una chiarezza che nasce da una esperienza emotiva e “vede†le reali potenzialità dell’agricoltura biodinamica in Italia, purtroppo non ancora perfettamente incarnate. Ha fatto sua questa missione e con Michele Lorenzetti intraprende negli anni una stagione nuova: sperimenta, verifica, analizza, collabora a vari progetti di ricerca e ha nel suo lavoro un approccio scientifico che gli permette di affermare: “esoterismo è ciò che non conosciamo, ma noi conosciamo ed è scienza!â€
Frasi come:
. la base dell’agricoltura biodinamica è data da buoni preparati, buon concime, sapiente costruzione di un buon terreno …
. la conversione di una azienda nasce dalla dinamizzazione e forse molte nostre aziende non hanno ancora scoperto il miracolo della dinamizzazione, né realmente sperimentato la sorpresa che determina la conversione …
. conversione significa mutamento interiore…
. l’unico reale limite in una azienda agricola è il fattore umano, perché è la Natura che ci deve dire come agire in agricoltura e non la scienza …
. alla base della BD sono i preparati e i sovesci …
. chi costruisce il terreno sono le radici delle erbe e la Natura sa sempre di quali piante ha bisogno…
. è la Natura che ci deve dire come dobbiamo agire e non la scienza … ad esempio, la camomilla cresce su terreni acidi e le sue radici si adoperano per riequilibrarlo …
. mai più di 4 – 5 varietà nel sovescio, per non stressare il terreno nella digestione…
. il sovescio va trinciato a 15 cm e interrato subito per portare la sua umidità nel terreno con …la fresa Miracolo!
. per ottenere risultati è importante far largo uso di preparati, soprattutto nel primo anno di conversione e ogni anno successivo all’inizio della stagione, a scopo profilattico, con dosaggi abbondanti, ben oltre i convenzionali 200 gr/ha, perché sarebbero irrilevanti su un terreno inquinato …
. nel processo di conversione usare mezza dose di 501: non 3 gr/ha, ma 1, 2 e poi 3, gradualmente
. il 500 non è l’acqua benedetta, ma uno strumento ponderale su cui si deve lavorare…
. il 501 ha una funzione pedagogica: guida il bambino a formare il proprio carattere… è ottimale sulla pianta giovane, nella fase di formazione… portare luce in un momento in cui il carattere è già definito (e l’adulto è già formato) non ha significato…
. è la foglia che lavora con la luce e il 501 dà esattamente in quel luogo e in quel periodo il suo contributo …
. se il lavoro biodinamico è fatto con coscienza, nel giro di un anno le malattie, il terreno e la qualità devono essere cambiati …
. è opportuno raccogliere solo i petali di valeriana, per scuotimento / in un sacchetto di carta, per evitare di raccogliere i sepali …
. la camomilla si coglie quando i primi fiorellini del capolino si sono aperti, cioè non sono andati in seme …
. dell’achillea si coglie capolino per capolino, singolo senza alcuno stelo (nemmeno 2 fiori uniti da stelo)…
. a livello erboristico una pianta dura 2 anni, questa achillea dura 10 anni …
. la fatta per il cornoletame va raccolta da vacche che hanno mangiato la prima erba ricresciuta dopo il secco estivo …
. il cumulo si allestisce in febbraio/marzo direttamente sul terreno e sempre nello stesso posto … più basso è meglio è … come una fatta bovina coperta di paglia …
. la buca per i corni è da anni sempre nello stesso posto, in pendenza per evitare ristagni d’acqua e viene coperta da un telo solo quando piove …
. per trapiantare le piantine buco la terra con un corno …
Frasi come queste del racconto di Carlo Noro assumono un gusto diverso, vogliono essere perle e microscosse per il popolo biodinamico. Quello che Carlo ci trasmette non sono solo i suoi “segreti†ma è una elevatissima professionalità , una cura quasi ossessiva dei particolari: il dettaglio è il suo momento di genio. I suoi gesti diventano religiosi, diventano un rituale ripetuto e perfezionato di anno in anno, indizio di una coscienza e conoscenza che commuove, perché Carlo Noro rende manifesta la sacralità del gesto biodinamico. La sua passione è animata da una ricerca di FIDUCIA e CREDIBILITA’, modelli da esportare perché il biodinamico sia veramente biodinamico.
Quando va oltre la gioia di poter fornire di verdure sane e risanatrici il mercato (diventa l’uomo che riconosce che è urgente soddisfare il corpo per non soffocare le facoltà spirituali) come una novella Cassandra, anche timoroso di essere frainteso (perché lui sui preparati biodinamici anche “ci campaâ€) si aggira inquieto e ancor più conscio della potenzialità di questo dono per la Terra e per l’Umanità , lui che come tanti altri Grandi oggi affermano, tenta di farsi udire e urla sottovoce: NON C’E’ PIU’ TEMPO.
Di tanta dedizione e tanto lavoro l’Associazione BD non può che essere entusiasta e grata. Carlo Noro, come gli altri biodinamici italiani, va calorosamente ringraziato.