Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
Convegno biodinamica: sessione Gestione degli allevamenti

Convegno biodinamica: sessione Gestione degli allevamenti

Raffaella Mellano, Direttore Commerciale del Consorzio Natura e Alimenta in Piemonte, uno dei principali interlocutori nazionali della filiera lattiero casearia in ambito biodinamico e Consigliera dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, ha condotto la sessione sulla gestione degli allevamenti a cui hanno partecipato le allevatrici Anna Federici (Lazio) e Mechthild Knosel (Germania) e il veterinario antroposofo Marcello Volanti. Durante la sessione sono stati trattati argomenti di vario genere dall’alimentazione alla salutogenesi nell’allevamento di varie specie animali.

Anna Federici dell’azienda agricola romana Boccea, che alleva anche mandrie di incroci, ha illustrato come l’esistenza di un allevamento di bovini sia necessaria in un ecosistema agricolo, in quanto la presenza di questi animali contribuisce a preservare l’ambiente e la fertilità dei terreni, controllare l’erosione dei suoli e tenere pulite le zone impervie e boschive con un pascolo controllato; infatti le mandrie di Boccea utilizzano i terreni marginali come i boschi e le ripide spallette dell’agro romano che non permettono altre coltivazioni. I pascoli, alternati ai seminativi nelle rotazioni colturali, incrementano la fertilità dei terreni e, tramite la captazione di carbonio dall’atmosfera, contribuiscono al contenimento dell’effetto-serra. L’azienda ha impostato l’allevamento sulla base delle esigenze di benessere dei bovini, della conformazione dell’azienda e su un attento studio delle caratteristiche del suolo e della flora spontanea. I pascoli vengono gestiti tramite turnazioni e rotazioni; tali tecniche consentono di ottenere il mantenimento di prati-pascolo stabili, con ottimi apparati radicali, che preservano il terreno dall’erosione e dal dilavamento. In azienda c’è la massima attenzione alla relazione uomo-animale, nell’ottica di una buona convivenza tra specie.

“Le nostre vacche partoriscono all’aperto durante tutto l’anno con picchi in autunno e in primavera e vengono aiutate da personale esperto in caso di necessità. I vitelli restano con le madri fino a sei mesi e poi vengono separati (svezzamento). I vitelli svezzati vengono tenuti chiusi in un recinto parzialmente coperto per abituarli all’uomo. Imparano a conoscere il fieno di erba medica e il nostro mangime che in questa fase serve a impostare un rapporto con il mandriano. I vitelli non vengono castrati avendo riscontrato sia invece vantagioso dal punto di vista gestionale, economico ed etico lasciarli interi. ”

Mechthild Knösel in Germania alleva bovini e produce latte e carne e il suo svezzamento è uno svezzamento “a step”: ogni step ha un periodo di allontanamento del vitello dalla madre più lungo. “L’obiettivo era quello di restituire alla mucca la relazione con il suo vitello. Per me è importante che alla madre sia permesso di allevare il suo vitello, perché lei può farlo meglio di tutti noi. Questo rende felice la mucca e rende felice me. Per quanto riguarda l’alimentazione l’ideale è le mandrie mangino l’erba fresca dei pascoli, l’eventuale mangime deve essere prodotto in azienda. Le cure sanitarie sono ridotte all’omeopatia a scopo preventivo delle principali malattie e gli antibiotici sono usati solo raramente.

Marcello Volanti, medico veterinario si occupa di zootecnia biologica e biodinamica da circa 20 anni, lavora come consulente in aziende zootecniche di tutte le specie animali. Ha pubblicato due libri sull’allevamento e gestione della capra e della pecora. Nel 2018 ha terminato il corso di Medicina Antroposofica organizzato dalla S.I.M.A.a Dornach.

L’innovazione affrontata nel caso studio che ha condotto ad inizio 2018 sullo svezzamento in un allevamento biologico di capre e di pecore da latte consiste nello svezzamento sotto madre di agnelli e capretti, contrariamente  a quanto viene usualmente praticato in Italia negli allevamenti caprini, pur portando la mamma due volte al giorno in sala di mungitura ed ottenendo quindi latte per la caseificazione. L’innovazione è stata effettuata all’interno di un progetto di ricerca europeo (ISAGE) e, dopo averla proposta ai partner greci, è stata effettuata anche in un allevamento ovino di Salonicco. L’obiettivo dell’innovazione era quello di aumentare la quantità di latte commercializzabile (nel rispetto del regolamento organico UE sullo svezzamento), mantenere il benessere delle madri e dei piccoli mantenendoli in buona salute. Sono stati raccolti dati su due gruppi omogenei separati di animali nelle fattorie, uno che implementa l’innovazione e l’altro no, confrontando i dati relativi a: produzione e consumo di latte, aumento di peso  di agnelli e capretti, salute di madri e figli. I risultati sono positivi in entrambi i casi, portando una maggiore disponibilità di latte per il produttore sia nei casi di ovini che di caprini, oltre a evitare il carico di lavoro per nutrire i piccoli.

Quindi, in base a questo studio lo svezzamento dolce non solo porta più benessere animale ma porta anche a un bilancio economico sostenibile con performance migliori rispetto agli allevamenti che usano tecniche convenzionali.

Ai seguenti link è possibile leggere gli articoli sulle Sessioni Parallele che si sono svolte nel pomeriggio del 17 Novembre 2018 in seno al 35° Convegno internazionale “Innovazione e Ricerca. Alleanze per l’agroecologia”

Mercati, certificazioni e filiere

Conduzione agroecologica e gestione della fertilità

Gestione degli allevamenti

Paesaggio, risorse, energia

Valore nutrizionale dei prodotti agricoli

Sementi per la produzione

Ricerca scientifica, formazione, innovazione

 

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