La sessione parallela Sementi per la produzione è stata condotta dallo svizzero Peter Kunz insieme ad Aldo Paravicini Crespi e da Francesco D’Agosta. I due relatori italiani hanno fatto un breve intervento per lasciare più tempo all’ospite straniero.
Aldo Paravicini Crespi, ha illustrato le caratteristiche della azienda di cui è Direttore, Cascine Orsine, un’azienda agricola a ciclo chiuso di 650 ettari situata nel Parco del Ticino in provincia di Pavia. L’azienda è dal 1976 a conduzione biodinamica e associa alla produzione di riso l’indirizzo zootecnico-foraggero con 550 bovini di cui 200 da latte allevati secondo la formula della stabulazione libera e nutriti esclusivamente con foraggio e cereali prodotti in azienda. A questo si associa la trasformazione casearia del latte prodotto e la produzione di ortaggi. In azienda si lavora anche sulle sementi, per migliorare la produzione in una logica di agricoltura partecipativa, portando la sperimentazione sui campi per la selezione genetica dei semi di frumenti antichi, farro e riso.
Francesco D’Agosta, dell’Azienda agricola Zagr in Sicilia, ha affrontato il problema delle deroghe cui fanno troppo spesso ricorso le aziende agricole certificate bio in merito alla provenienza delle sementi. Questo non incentiva la crescita e lo sviluppo delle ditte sementiere biologiche e biodinamiche nel mercato italiano. Il nuovo regolamento del Biologico, previsto per il 2021 dovrebbe togliere il ricorso alle deroghe e questo darebbe una spinta alla produzione di semi biologici. Oggi le aziende devono quindi ricorrere all’autoproduzione e organizzarsi per lo scambio di semi tra i produttori del territorio. Ne è un esempio l’Associazione Simenza – Cumpagnia Siciliana Sementi Contadine, una comunità di agricoltori e allevatori custodi siciliani, promotori e valorizzatori dell’agrobiodiversità dell’isola. L’obiettivo è quello di diffondere un nuovo modello imprenditoriale in grado di coniugare saperi e buone pratiche contadine con l’utilizzo di tecniche sostenibili di produzione per salvaguardare la biodiversità , salvare i semi dall’estinzione e custodire i prodotti spontanei della propria terra per evitare che le risorse genetiche vadano nelle mani di chi è interessato solo a speculare e a sottrarre i tesori della Sicilia ai produttori locali.
Peter Kunz, della Getreidezüchtung Peter Kunz, esperto in selezione genetica dei sementi, racconta che quando era un giovane studente aveva iniziato a lavorare in una azienda agricola biologica e si era accorto che l’agricoltore non aveva la giusta varietà di frumento per le condizioni climatiche in cui coltivava. Questo lo aveva spinto a riflettere su questo problema e qualche anno dopo scoprì che Steiner, già molti anni prima, aveva dato una risposta alla domanda: cosa si può fare affinché la qualità e la stabilità delle colture non peggiori nel tempo? La risposta era che per prevenire la perdita di qualità e la degenerazione, tutte le piante agricole dovevano essere nuovamente coltivate e selezionate a livello genetico per far in modo che le persone che si nutrono con questi prodotti ricevano tutti i nutrienti necessari alla loro vita. Kunz sottolinea il problema relativo al fatto che in molte aziende agricole del mondo, anche biologiche, le sementi non sono locali ma sono prodotte delle 5 grandi multinazionali leader sul mercato che le distribuiscono anche attraverso la grande distribuzione organizzata. “E questo è un problema per tutti, non solo per le aziende che vogliono fare agricoltura biodinamica o biologicaâ€
Sull’agricoltura biodinamica sono stati fatti esperimenti per molti anni ma soltanto negli anni ’80 si sono profilate nuove iniziative per la selezione biodinamica delle sementi ed oggi esistono 4 iniziative di selezione cerealicola tra Germania e Svizzera, più di 40 selezionatori di ortaggi in Germania, Svizzera, Austria e Italia e 2 selezionatori di mele. Questi selezionatori complessivamente hanno sviluppato 110 varietà da più di 55 specie. Questo significa che vi è un ventaglio molto ampio di varietà disponibili anche in ambito di selezione biodinamica.
Per effettuare la selezione genetica delle piante è necessario conoscere a fondo i processi vegetativi della pianta, i tempi e le modalità del suo sviluppo. Per il frumento, per esempio, bisogna conoscere quella che si può definire la “vita invisibile†delle piante nel sottosuolo nel primo periodo di vita quando all’esterno appaiono le plantule appena germinate dal seme, come procede poi il processo di crescita durante l’inverno, verso il basso con il suo apparato radicale ed infine come si sviluppa verso l’alto durante la primavera fino ad arrivare alla fioritura e, nelle ultime 6 settimane alla maturazione con lo sviluppo del grano. Questa ultima fase di maturazione dell’alimento è molto importante per la selezione genetica. Sfortunatamente il processo vegetativo delle piante non è conosciuto nel dettaglio, spesso neanche in ambito scientifico da esperti di genetica. Questi processi vegetativi si differenziano anche al variare dei contesti territoriali e a seconda del momento in cui viene effettuata la semina. Infatti gli stessi semi coltivati in ambiti diversi possono sviluppare piante con architetture che si differenziano tra loro, con maturazioni e qualità dei prodotti diverse. Conoscere a fondo i processi di sviluppo delle piante è senza dubbio uno dei prerequisiti della selezione cerealicola biodinamica così come lo è la consapevolezza che le piante sono parte integrante di un organismo più ampio, un insieme che non può essere scisso e di cui fanno parte oltre agli alberi e agli animali, anche gli uomini.
Le piante forniscono 3 tipi di rendimenti diversi: il primo riguarda l’apporto che la pianta da al suolo, il secondo è la biomassa che nell’azienda agricola biodinamica diventa foraggio per gli animali e poi input produttivo che rientra nel suolo con il letame utilizzato per la concimazione. La terza resa è relativa al prodotto che viene venduto, che quindi esce dall’organismo agricolo per entrare nell’ “organismo società â€, permettendo a livello economico la sopravvivenza dell’azienda.
I selezionatori devono intervenire in 2 ambiti, da una parte in ottica retrospettiva analizzando le varietà antiche per selezionare tra queste le migliori per le condizioni ambientali attuali e, dall’altra, cercare di immaginare le caratteristiche che dovranno avere le piante nel futuro. Infatti se oggi viene fatto un incrocio, i semi potranno essere piantati nelle aziende agricole tra circa 15 anni e quindi dobbiamo essere lungimiranti per realizzare una efficace selezione genetica. Inoltre se vogliamo avere determinate qualità nutritive dobbiamo selezionare piante che abbiano un processo di maturazione intenso tale da produrre frutti di qualità . La selezione convenzionale che nell’ultimo secolo ha privilegiato piante di frumento con steli più bassi ha ottenuto prodotti con minore vitalità e con una perdita delle qualità di maturazione rispetto alle varietà precedenti più alte. Queste piante che sono state incrociate con geni nani per ottenere un gambo corto hanno bisogno di una maggiore quantità di concimi. Nell’agroecologia si vuole evitare di apportare sostanze esogene nei campi e, quindi, servono piante con maggiore vitalità , che siano solide, robuste e più resistenti rispetto alla siccità e agli altri eventi estremi dovuti dal surriscaldamento globale.
Sul mercato tutti traggono giovamento da una accurata selezione delle sementi ma attualmente il costo ricade solo sull’agricoltore. Questo sistema dovrebbe essere modificato per far in modo che tutti i partner della filiera finanzino i progetti di ricerca sulla selezione cerealicola, in modo tale che la selezione diventi un compito ed una responsabilità condivisa da tutti i soggetti della filiera del biologico, come lo sono i benefici.
Ai seguenti link è possibile leggere gli articoli sulle Sessioni Parallele che si sono svolte nel pomeriggio del 17 Novembre 2018 in seno al 35° Convegno internazionale “Innovazione e Ricerca. Alleanze per l’agroecologiaâ€
Mercati, certificazioni e filiere
Conduzione agroecologica e gestione della fertilitÃ