Due linee di azione sono urgenti per il movimento biodinamico.
La prima è quella interna: migliorare sempre più la qualità di espressione del metodo biodinamico in campo, rafforzare le nostre organizzazioni in efficacia e umanità , raccogliere tutti i gruppi locali e tematici della biodinamica in una comunità fraterna, difendere la biodinamica da un impoverimento che la routine e i successi commerciali possono portarle.
La seconda linea di azione è invece rivolta all’esterno: un movimento biologico debole in risorse, rappresentanze ed esseri umani è inadatto alla grande spinta che cittadini e agricoltori stanno dando allo sviluppo della bioagricoltura.
In questo momento di crescita aumentano gli attacchi feroci non solo alla biodinamica ma, come prevedibile, anche al biologico e in genere, alla facoltà di scelta intelligente e saggia di contadini e cittadini.
Per questo, da tempo, l’Associazione Biodinamica chiama alle alleanze anche i più lontani, prima che sia tardi. Si fanno sempre più virulenti i tentativi di ridurre gli acquisti di prodotti biologici e biodinamici, di impedire agli agricoltori la libera espressione del proprio lavoro, di fermare la crescita umana e professionale delle nuove generazioni verso un’agricoltura vivente. La legge sull’agricoltura biologica, che riconosce per la prima volta l’agricoltura biodinamica, approvata alla Camera, è stata fermata al Senato e non sarà messa più in votazione. Il Piano Strategico Nazionale sul bio, cui tanto abbiamo lavorato, si è bloccato, nonostante un governo che aveva appoggiato come mai prima lo sviluppo del settore. Se le forze contrarie alla libertà dei contadini sono forti, occorre riconoscere che il settore dell’agricoltura biologica e biodinamica è debolissimo ed è una causa dello stallo in cui è caduto.
Quanto sta accadendo è solo l’inizio di una prova generale contro gli agricoltori. Non abbiamo moto tempo. Dovremo agire nei prossimi mesi per dare forza, visibilità , sostegno agli agricoltori che scelgono un’agricoltura vivente. Bisogna rafforzare le strutture, creare una comunità vasta, difendere i presidi sani dei territori per affrontare, con il buon esempio, le forze che vogliono il monopolio di un’agricoltura iperindustriale.
Proprio il movimento biodinamico può innescare questo nuovo corso, perché ricco di una storia e di una visione da mettere a disposizione di tutti. Ma dobbiamo accogliere il diverso, riconoscere e scovare i possibili compagni di viaggio apparentemente lontani, stringere accordi e un reciproco aiuto con tutti coloro che stanno sostenendo la natura contadina e vivente dell’agricoltura. Serve fantasia morale.
Per iniziare facciamo sapere che è importante iscriverci da subito a quel presidio prezioso che è l’Associazione Biodinamica per il 2018, proporlo agli amici, agli agricoltori che conosciamo. Credo che le loro risposte ci sorprenderanno.