Pietro Perrino
Dirigente di Ricerca del C.N.R.- Istituto di Genetica Vegetale
(ex Istituto del Germoplasma) c/o Facoltà di Agraria – Bari
E’ necessario sottolineare la differenza tra DNA transgenico e DNA naturale, in quanto molto spesso vengono considerati, erroneamente, identici. Il DNA transgenico è un cocktail di diversi pezzi di DNA di diversa origine, tra cui una sintesi approssimativa del gene che si vuole trasferire (e non il gene come spesso affermano i fautori dell’ingegneria genetica) nella pianta o animale, che vengono chiamati organismi geneticamente modificati (OGM) o transgenici. Questo cocktail si chiama costrutto e contiene anche il DNA per la resistenza agli antibiotici. Nel cocktail ci sono anche pezzi di DNA virali, spesso mortali. il DNA per la resistenza agli antibiotici deve essere aggiunto obbligatoriamente poiché senza di esso è impossibile individuare le cellule trasformate, cioè quelle nelle quali si è riusciti ad inserire il DNA transgenico. A volte non è sufficiente un costrutto, ma ce ne vuole più di uno per raggiungere l’obiettivo. Più costrutti formano una cassetta. I legami interni tra promotori (start) e terminatori (stop) del DNA transgenico sono deboli e si rompono facilmente, ragione per cui gli OGM sono instabili. Il DNA transgenico contiene punti caldi alla ricombinazione e ciò contribuisce alla formazione di nuovi legami con altro DNA disponibile e quindi alla formazione di nuovi virus, nuovi batteri e nuove malattie. Una delle conseguenze del comportamento del DNA transgenico è che esso, in tutto o in parte, si trasferisce orizzontalmente anche tra specie lontane e ad una frequenza di gran lunga superiore a quella del trasferimento genico orizzontale naturale. Con la differenza che il trasferimento genico orizzontale naturale (TGON) non avviene per caso, ma è causale (promosso o provocato da motivi ambientali) ed è preciso, mentre il trasferimento genico orizzontale artificiale (TGOA), cioè provocato dal DNA transgenico, è casuale, impreciso ed inaffidabile. Inoltre, il TGON avviene con una frequenza pari a 1, mentre il TGOA avviene con una frequenza pari a 1000. Non a torto, c’è chi asserisce che l’ingegneria genetica ha aperto delle vere e proprie autostrade al trasferimento genico orizzontale (TGO). Una conseguenza drammatica di questa alta frequenza del TGO del DNA transgenico è che il DNA transgenico presente nei residui delle piante transgeniche si trasferisce anche a specie lontane e non solo alle colture non transgeniche della stessa specie. Questo è un aspetto gravido di conseguenze, ma, stranamente, è sempre ignorato, come se non esistesse. Tutte le discussioni sulle distanze tra campi coltivati con colture convenzionali o biologiche e campi coltivati con colture geneticamente modificate o colture transgeniche sono sempre basate sul trasferimento genico verticale, cioè il trasferimento genico che avviene attraverso il polline (il cosiddetto flusso genico), ignorando completamente il trasferimento genico orizzontale del DNA transgenico e la ricombinazione. L’informazione che il trasferimento orizzontale del DNA transgenico esiste e che è pericoloso quanto il trasferimento via polline (se non di più), è fondamentale.  Questa informazione spiega anche perché la coesistenza è impossibile. Le due colture convenzionali e transgeniche non possono coesistere, in quanto la contaminazione o trasferimento del DNA transgenico dalle colture geneticamente modificate a quelle convenzionali è matematicamente certa. Alcuni studi hanno dimostrato che il DNA transgenico si trasferisce orizzontalmente ad una velocità o frequenza notevolmente superiore a quella del DNA naturale. Il DNA transgenico è il vero flagello dell’ingegneria genetica e questa è la ragione per cui il problema degli OGM sta proprio nella tecnica, che deve essere abbandonata prima che faccia altri danni.