Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
Effetti sul topo di un’alimentazione contenente soia GM

Effetti sul topo di un’alimentazione contenente soia GM


Manuela Malatesta1, Beatrice Baldelli2, Serafina Battistelli2
1Università di Verona, 2Università di Urbino
L’utilizzo di piante geneticamente modificate (GM) nell’alimentazione umana e in zootecnia è sempre più diffuso. Queste piante sono state modificate inserendo nel loro DNA uno o pochi geni, allo scopo di esprimere alcune specifiche caratteristiche, quali la produzione di particolari nutrienti, la tolleranza a pesticidi, la resistenza a fattori ambientali, malattie o parassiti, ecc.
Il nostro gruppo di ricerca ha indagato per alcuni anni i possibili effetti di un’alimentazione contenente soia Roundup Ready sull’organizzazione cellulare e tessutale di topo. Questa soia è stata modificata geneticamente per tollerare l’erbicida Roundup, a base di glifosate. Il glifosate inibisce l’enzima 5-enolpiruvilshikimato-3-fosfato sintetasi (EPSPS), che, nelle piante, catalizza una tappa della sintesi degli aminoacidi aromatici. Nella soia Roundup Ready, l’enzima originale è stato sostituito dall’enzima CP4-EPSPS, da Agrobacterium tumefaciens, che non viene inibito dal glifosate, rendendo quindi la pianta resistente all’erbicida.
I nostri studi, condotti con approccio multidisciplinare associando indagini in microscopia ottica ed elettronica ad analisi biochimiche e microbiologiche, hanno evidenziato alcune modificazioni nell’organizzazione del nucleo cellulare in fegato, pancreas esocrino e testicolo di topi nutriti con soia Roundup Ready, rispetto ai topi nutriti con soia non GM. Inoltre, nelle cellule acinose pancreatiche sono state osservate anche modificazioni morfo-funzionali degli organuli citoplasmatici coinvolti nell’attività di sintesi proteica, mentre nelle cellule di Sertoli presenti nel testicolo sono state osservate dilatazioni del reticolo endoplasmatico liscio. Molte di queste modificazioni si sono rivelate reversibili in poche settimane, sostituendo la soia GM con soia non GM.
Negli animali vecchi (24 mesi), le modificazioni epatiche – prevalentemente a carico del nucleo e dei mitocondri – nei topi nutriti con soia GM suggeriscono un’accentuazione dei fenomeni di invecchiamento rispetto ai controlli. L’intestino, sia tenue che crasso, sembra, invece, non subire modificazioni strutturali legate alla dieta neanche dopo 24 mesi di alimentazione con soia GM; tuttavia, si assiste ad una diminuzione dell’espressione di mucine acide e solforate.
Va comunque sottolineato che, ad esclusione di queste differenze a livello istologico e cellulare, non è stata osservata alcuna differenza macroscopica tra i due gruppi di animali, così come nessun segno di sofferenza e tanto meno di patologie è stato rilevato nei topi nutriti con soia GM fino al 24° mese di vita.
E’ stato, inoltre, osservato un ritardo nell’attivazione del genoma degli embrioni allo stadio di 2 e 4-8 cellule di topi nutriti con soia GM rispetto ai controlli. Tuttavia, l’assenza di differenze di fertilità tra topi nutriti con soia GM e non GM indica che questo ritardo nell’attivazione dei meccanismi nucleari allo stadio pre-impianto rappresenta un fenomeno temporaneo e non danneggia il successivo sviluppo embrionale.
Successivamente alla somministrazione in campo di Roundup, risulta assai difficile determinare, attraverso analisi chimiche, la presenza di suoi residui nelle piante trattate: per chiarire se le modificazioni morfo-funzionali osservate nei tessuti dei topi nutriti con soia GM possano essere dipendenti dalla presenza nel mangime di residui di erbicida, è stato dunque condotto uno studio anche su cellule in coltura. Cellule epatiche isolate sono state trattate con basse concentrazioni di Roundup ed i risultati hanno evidenziato modificazioni nucleari e mitocondriali analoghe a quelle osservate nel fegato dei topi nutriti con soia GM. Questi dati sembrano, quindi, avvalorare l’ipotesi che residui di Roundup possano avere un ruolo nell’instaurarsi delle modificazioni cellulari e tessutali nei topi nutriti con soia Roundup Ready; coerentemente,  dati in letteratura dimostrano che lo stesso erbicida è in grado di inibire l’attività mitocondriale e rallentare la riattivazione del genoma in embrioni precoci di riccio di mare.

Manuela Malatesta1, Beatrice Baldelli2, Serafina Battistelli21Università di Verona, 2Università di Urbino
L’utilizzo di piante geneticamente modificate (GM) nell’alimentazione umana e in zootecnia è sempre più diffuso. Queste piante sono state modificate inserendo nel loro DNA uno o pochi geni, allo scopo di esprimere alcune specifiche caratteristiche, quali la produzione di particolari nutrienti, la tolleranza a pesticidi, la resistenza a fattori ambientali, malattie o parassiti, ecc. Il nostro gruppo di ricerca ha indagato per alcuni anni i possibili effetti di un’alimentazione contenente soia Roundup Ready sull’organizzazione cellulare e tessutale di topo. Questa soia è stata modificata geneticamente per tollerare l’erbicida Roundup, a base di glifosate. Il glifosate inibisce l’enzima 5-enolpiruvilshikimato-3-fosfato sintetasi (EPSPS), che, nelle piante, catalizza una tappa della sintesi degli aminoacidi aromatici. Nella soia Roundup Ready, l’enzima originale è stato sostituito dall’enzima CP4-EPSPS, da Agrobacterium tumefaciens, che non viene inibito dal glifosate, rendendo quindi la pianta resistente all’erbicida. I nostri studi, condotti con approccio multidisciplinare associando indagini in microscopia ottica ed elettronica ad analisi biochimiche e microbiologiche, hanno evidenziato alcune modificazioni nell’organizzazione del nucleo cellulare in fegato, pancreas esocrino e testicolo di topi nutriti con soia Roundup Ready, rispetto ai topi nutriti con soia non GM. Inoltre, nelle cellule acinose pancreatiche sono state osservate anche modificazioni morfo-funzionali degli organuli citoplasmatici coinvolti nell’attività di sintesi proteica, mentre nelle cellule di Sertoli presenti nel testicolo sono state osservate dilatazioni del reticolo endoplasmatico liscio. Molte di queste modificazioni si sono rivelate reversibili in poche settimane, sostituendo la soia GM con soia non GM. Negli animali vecchi (24 mesi), le modificazioni epatiche – prevalentemente a carico del nucleo e dei mitocondri – nei topi nutriti con soia GM suggeriscono un’accentuazione dei fenomeni di invecchiamento rispetto ai controlli. L’intestino, sia tenue che crasso, sembra, invece, non subire modificazioni strutturali legate alla dieta neanche dopo 24 mesi di alimentazione con soia GM; tuttavia, si assiste ad una diminuzione dell’espressione di mucine acide e solforate.Va comunque sottolineato che, ad esclusione di queste differenze a livello istologico e cellulare, non è stata osservata alcuna differenza macroscopica tra i due gruppi di animali, così come nessun segno di sofferenza e tanto meno di patologie è stato rilevato nei topi nutriti con soia GM fino al 24° mese di vita.E’ stato, inoltre, osservato un ritardo nell’attivazione del genoma degli embrioni allo stadio di 2 e 4-8 cellule di topi nutriti con soia GM rispetto ai controlli. Tuttavia, l’assenza di differenze di fertilità tra topi nutriti con soia GM e non GM indica che questo ritardo nell’attivazione dei meccanismi nucleari allo stadio pre-impianto rappresenta un fenomeno temporaneo e non danneggia il successivo sviluppo embrionale.Successivamente alla somministrazione in campo di Roundup, risulta assai difficile determinare, attraverso analisi chimiche, la presenza di suoi residui nelle piante trattate: per chiarire se le modificazioni morfo-funzionali osservate nei tessuti dei topi nutriti con soia GM possano essere dipendenti dalla presenza nel mangime di residui di erbicida, è stato dunque condotto uno studio anche su cellule in coltura. Cellule epatiche isolate sono state trattate con basse concentrazioni di Roundup ed i risultati hanno evidenziato modificazioni nucleari e mitocondriali analoghe a quelle osservate nel fegato dei topi nutriti con soia GM. Questi dati sembrano, quindi, avvalorare l’ipotesi che residui di Roundup possano avere un ruolo nell’instaurarsi delle modificazioni cellulari e tessutali nei topi nutriti con soia Roundup Ready; coerentemente,  dati in letteratura dimostrano che lo stesso erbicida è in grado di inibire l’attività mitocondriale e rallentare la riattivazione del genoma in embrioni precoci di riccio di mare.


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