Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
ESPERIENZE DI ORTI SCOLASTICI IN FRIULI: dalla Scuola Waldorf alle Scuole statali

ESPERIENZE DI ORTI SCOLASTICI IN FRIULI: dalla Scuola Waldorf alle Scuole statali

di Achille Minisini

I bambini che frequentano la terza classe nelle scuole Waldorf, e quindi hanno 9 anni, tra le tante attività del loro piano di studi, seminano anche il frumento, lo coltivano e poi lo raccolgono per fare il pane.

Nella pedagogia steineriana i 9 anni corrispondono per il bambino all’uscita dal “paradiso infantile” per cominciare a diventare cittadini della Terra. Così anche questa attività ha il significato di farli entrare nel mondo dei mestieri e del lavoro dell’uomo.

Da più di dieci anni io collaboro con la scuola “Giallo Oro” di Borgnano (Cormons). Con i bambini delle 3° classi si inizia sempre ad ottobre a preparare il terreno per la semina: questo viene zappato e rastrellato accuratamente dai bambini e poi viene sparso del compost maturo. Si arriva così al giorno della semina. Ai bambini si racconta che nel passato questo giorno per il contadino era veramente speciale. La vita del villaggio era caratterizzata dalle attività degli abitanti con i diversi mestieri, il falegname, il fabbro, il calzolaio, …. ed il seminatore. Seminare era un’arte ed una dote: il “seminatore” sceglieva attentamente il giorno in cui seminare e, vestito di  vesti candide, si accingeva a compiere questo gesto “sacro”. Oggi anche questi bambini sono chiamati a svolgere questo compito. Il contadino non seminava un solo tipo di frumento, ma diverse varietà. Non potendo prevedere l’andamento stagionale, dall’esperienza sapeva che alcune varietà erano più resistenti al tempo umido, mentre altre sopportavano meglio la siccità. C’erano poi delle varietà adatte per il pane e altre per la pasta. Anche noi seminiamo sempre tre varietà di frumento. Fatta questa premessa si inizia con un piccolo aratro a solcare il terreno. Ogni bambino tiene l’aratro mentre davanti altri due compagni lo trainano. Fatti i solchi siamo pronti per la semina: si mette il seme in una sacca che il bambino porterà a tracolla: da qui prenderà i chicchi che, con il gesto ampio del seminatore, getterà sulla terra…….

Nel silenzio del mattino
getta il chicco il contadino,
getta il chicco getta, getta,
alla terra che l’aspetta.
Gli gnometti nel profondo
si rallegran per il mondo;
getta il chicco, getta, getta,
alla terra che l’aspetta.
Una spiga nascerà
che il buon pane ci darà;
getta il chicco, getta, getta,
alla terra che l’aspetta.

 

Guarda il ciel benedicente
il cader della semente;
getta il chicco getta, getta,
la semente è benedetta.

 

Tutti i bambini recitano questa poesia mentre assistono e seguono i gesti del “seminatore”. Per un momento il tempo si ferma e siamo tutti concentrati a seguire i gesti semplici con cui ogni bambino sparge il seme sulla terra.

Quando tutti hanno seminato, con dei rastrelli ricopriamo la semente e con un rullo la premiamo nella terra. Da questo momento in poi non resta che aspettare che spuntino le prime pianticelle.   Si vedrà poi che la crescita e l’accestimento inizieranno a manifestarsi via via che il Sole aumenterà il suo ciclo giornaliero e le giornate si allungheranno. Con la primavera la crescita si farà più vigorosa ed a maggio, quando il polline viene portato via dal vento, le piante di frumento con le loro spighe avranno superato in altezza i bambini che le osservano nel loro slancio verso il Sole.    Si arriva così a San Giovanni quando, prima di trovarci attorno al fuoco, ci si dedica alla mietitura delle spighe. Ora le spighe non sono più slanciate verso il cielo ma si rivolgono verso la Terra.        Ci indicano che è il tempo della mietitura.            Si raccolgono i manelli che si affastellano in un luogo asciutto. Quando poi si riprenderà la scuola, in ottobre, verrà fatta la trebbiatura. Da questi chicchi macinati in un piccolo mulino si ricaverà la farina per fare del buon pane. A questa attività, la pedagogia steineriana, dà il significato di avviare il bambino ad una educazione morale. Seminare per quindi raccogliere e poi, quanto raccolto trasformarlo, per farne un nutrimento, dà al bambino la misura di un’azione che solo attraverso il lavoro e la pazienza porta i suoi frutti. Il lavoro dell’agricoltore nella sua accezione più profonda e nella sua essenza è un insegnamento morale. Nelle classi successive poi i bambini coltiveranno l’orto della scuola dedicandosi generalmente alle colture primaverili: piselli, carote lattughe, radicchi, ravanelli, prezzemolo.     I ragazzi dell’ottava classe della Scuola “Giallo Oro” hanno pensato di lasciare una loro iniziativa che restasse a ricordo del periodo passato. Nel 2003 venne impiantata su un lato del cortile della scuola una siepe mista di arbusti disposti secondo i giorni della settimana. Partendo da Saturno (sabato) si inizia con i lillà ed il prugnolo, poi Sole (domenica) l’orniello e il biancospino, poi Luna (lunedì) il viburno lantana e il corniolo, poi Marte (martedì) il melograno ed il pero selvatico, poi Mercurio (mercoledì) il carpino, poi Giove (giovedì) l’acero campestre ed infine Venere (venerdì) l’ibisco. Nel 2010 un’altra classe ottava ha realizzato nel cortile della scuola la spirale delle aromatiche. La spirale aveva i rapporti della sezione aurea: dopo averla disegnata l’hanno realizzata sul terreno costruendola con dei blocchi di tufo e disponendo le piante aromatiche.

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Al centro c’era il rosmarino seguivano poi la salvia, la lavanda, il timo, l’issopo, la santoreggia, l’origano, la melissa e la menta. Nella foto è rappresentata la spirale ormai in fiore con i suoi costruttori.

Nel 2004 inizia un’altra avventura: vengo contattato da Slow Food per il loro progetto degli “orti in condotta”. Realizzo alcuni orti scolastici nelle scuole statali di Udine, Monfalcone, Tolmezzo. Partecipo nel 2006 ai corsi di Slow Food diventando formatore.  Così entro nei progetti di formazione degli insegnanti e nonni ortolani per presentare l’orticoltura biologica e biodinamica, l’educazione ambientale. In questo progetto poi, attraverso i nonni ortolani si realizza nelle aree scolastiche  l’orto didattico in cui permettere ai bambini di coltivare piante che saranno seguite nel corso dell’anno. L’intento dell’associazione Slow Food è quello di creare una comunità dell’apprendimento nella quale insegnanti, alunni, genitori e nonni ortolani partecipino, con l’orto come perno, a esperienze e conoscenze sulle coltivazioni, sul loro uso alimentare e acquistino una maggiore consapevolezza di una buona e corretta alimentazione. Per i bambini che partecipano alla scuola pubblica è fondamentale ritagliare spazi sempre più ampi in cui la conoscenza venga acquisita per esperienza diretta. In un mondo sempre più virtuale e tecnologico, l’orto scolastico è l’idea vitale che sia utile mettere i bambini in un rapporto con la terra che implichi lavoro, senso di cura e responsabilità per farli entrare in relazione con i ritmi e i tempi della natura. Così possono sperimentare come la crescita avviene lentamente, che non è come schiacciare il tasto di un computer o vedere sbocciare i fiori di colpo, come nei film d’animazione. In questo modo il lavoro nell’orto diventa attività formativa per i bambini.

Per le insegnanti il progetto ha una ricaduta didattica, fornendo materiale per diverse attività curriculari:

• nell’ambito linguistico: relazioni e testi di diverso tipo;

• nell’ambito artistico: studio di forme e colori;

• nell’ambito scientifico: studio di piante e delle relazioni che intercorrono nello specifico ecosistema.

 

L’orto è uno spazio di autonomia produttiva che richiede un potenziamento di abilità manuali, conoscenze e capacità progettuali e, se non limitato al senso egoistico del coltivare il proprio orticello o mitizzato come modello salvifico, può offrire a livello collettivo delle possibilità verso cui dirigere l’attenzione delle nuove generazioni .

Può essere rassicurante e dare, attraverso la pratica e l’arricchimento del “saper fare“  spinte di fiducia a ragazzi che oggi accolgono con profonda preoccupazione e senso di impotenza le notizie di degrado e squilibri ambientali che caratterizzano il pianeta.

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