Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
Fuchs lascia la sezione di agricoltura

Fuchs lascia la sezione di agricoltura

Novita’ dal Goetheanum
Fuchs lascia la sezione di agricoltura
Nikolai Fuchs ha diretto per nove anni la Sezione di Agricoltura della Libera Università di Scienze dello Spirito del Goetheanum a Dornach (CH)
Intervista di Michael Olbrich-Majer
a Nikolai Fuchs

Intervista di Michael Olbrich-Majer A Nikolai Fuchs
A luglio Lei porterà a termine il suo compito di direttore della Sezione di Agricoltura presso il Goetheanum di Dornach. Lo fa perché 9 anni sono semplicemente abbastanza o ci sono anche altri motivi?

Diciamo che 9 anni sono sufficienti per espletare un determinato punto chiave del lavoro: circa il 15% del tempo di lavoro come direttore della Sezione può essere condotto relativamente libero. Non è possibile fare tutto contemporaneamente. Il mio predecessore Manfred Klett aveva il suo modo personale di interpretare e di vivere questo compito. Per sviluppare in modo diverso il contatto con il mondo esterno, egli mi propose come proprio successore. Ciò corrispondeva al mio impulso – qui mi riferisco anche alla situazione di allora, pensiamo solo al divieto indiretto dei preparati biodinamici nel 2002 – di lavorare per rendere più favorevoli le condizioni esteriori che tendevano a rendere sempre più difficile il lavoro biodinamico. Ma la Sezione ha anche altri compiti che non possono essere condotti a lungo in modo estensivo. Quindi, anche se rimanessi, dovrei spostare il punto focale del mio lavoro, passando a occuparmi più intensamente del cuore della biodinamica, dell’antroposofia, come forse è risultato con evidenza negli ultimi convegni.
Naturalmente vedo anche altri compiti nell’agricoltura, anche per me. Potrei lavorare in questo senso anche da Dornach, ma non sempre è possibile. Da ultimo bisogna sottolineare che il direttore di sezione non è solamente al servizio della propria categoria, ma con la sua sezione è anche parte dell’Università e quindi del Goetheanum. Quest’ultimo è un grande organismo che deve porsi delle priorità. E io desidero comportarmi in modo libero nei confronti delle priorità che sono state poste negli ultimi anni.
Dalla sua posizione a Dornach, grazie al circolo dei rappresentati e al convegno internazionale,  Lei ha la possibilità di avere una visione d’insieme del movimento biodinamico mondiale. Cosa l’ha maggiormente colpita negli ultimi anni?
Mi colpisce sempre il modo nel quale ogni iniziativa biodinamica vive. Non è assolutamente scontato che tali iniziative esistano. Il mondo “normale” non genera un’agricoltura biodinamica come necessità, per cui ciascuna di queste iniziative è un’azione libera, che deve essere conquistata ogni giorno di nuovo. Quando si ha la fortuna di conoscere queste iniziative in tutto il mondo, ciascuna nel proprio posto, si tratta sicuramente di un’esperienza molto piacevole.
Qual è il settore sul quale il movimento biodinamico deve urgentemente lavorare?
L’urgenza è dovunque, dovunque c’è bisogno di azione. Forse questa affermazione sembra generica e approssimativa. Ma io credo veramente che sia necessario darsi da fare da tutti i lati: quello delle sementi, della creazione del mercato, della ricerca. E la regola è che ciascuno deve agire là dove si trova e dove può fare qualcosa per destino: uno lavorando con le sementi, l’altro nel settore della   commercializzazione, l’altro ancora nella formazione. Bisogna riuscire a vedere dove c’è qualcosa da fare e chiedersi come sia possibile contribuire. E la cosa che si fa in quel momento è la cosa più importante! Senza oscurare tutto il resto. Per esser più concreti: nell’agire avere nella propria coscienza l’Altro: una pretesa elevata, che forse non è possibile realizzare fino in fondo – ma se lo facciamo possiamo muovere molto di più di quanto non facciamo già oggi!
Negli ultimi anni la Sezione (che è diventata indipendente nel 2004) ha realizzato molte cose, oltre a convegni molto attuali e molto frequentati  ha anche fatto ricerca e Lei personalmente ha potuto fare azione politica grazie alla Sua collaborazione con la Demeter International, specialmente a Bruxelles. Le sue conclusioni personali?

Sono duplici: è stato positivo che in un lavoro di squadra si sia riusciti ad assicurare la sopravvivenza dei preparati a Bruxelles e – nell’ottica del motivo per cui ho assunto questo incarico – il convegno di agricoltura “Identità e apertura all’esterno” del 2006.
Negli ultimi tempi la sezione era ben fornita di personale, anche grazie all’accorto reperimento di fondi. Ora, per ragioni economiche, oltre a Lei se ne va anche il suo più stretto collaboratore Stefan Mahlich. Come andrà avanti la sezione?
Negli ultimi anni abbiamo dato alla sezione dimensioni maggiori di quanto non fosse consentito dalla disponibilità economica di base. Questa fortuna è lentamente diminuita con la crisi finanziaria, adesso stiamo tornando alla “normalità”, ciò significa: “un direttore della sezione e un collaboratore”: la disponibilità di base per le sezioni. Grazie al convegno abbiamo assicurato anche per il futuro il 140% della segreteria, in aggiunta alla direzione della sezione. Oltre a ciò siamo riusciti a finanziare tutti i collaboratori scientifici grazie a fondi esterni reperiti per i singoli progetti.
Vorrei ancora aggiungere qualcosa di generale: è la Società Antroposofica, o più precisamente i suoi membri, che oltre al contributo netto per i collaboratori che ammonta a 100.000 euro all’anno, deve aggiungerne altri 200.000 l’anno per i locali riscaldati, per le infrastrutture come, ad esempio, la contabilità e le quote di partecipazione al convegno scontate, consentendo così alla sezione di lavorare e quindi sostenendo indirettamente il movimento biodinamico. Bisogna essere grati per tutto ciò. A ciò si aggiunge un circolo degli amici della Sezione composto da 300 membri che fanno regolarmente donazioni alla Sezione e alcuni altri donatori molto generosi e alcune ditte che contribuiscono in diverso modo. Dal movimento biodinamico, dalla Demeter, arrivano 40.000 euro l’anno – su una cifra complessiva di quote stimate sui 3 milioni di euro provenienti da tutto il mondo – di cui siamo sicuramente grati, ma che è comunque un contributo molto modesto se confrontato con tutte le altre sezioni, come ad esempio quelle di medicina e di pedagogia, soprattutto se si tiene presente che nel movimento ci sono ancora alcune persone che definiscono la sezione “testa” o “cuore” del movimento. Forse il movimento biodinamico dovrebbe chiedersi cosa si aspetta dalla sezione per il futuro e di che mezzi vuole fornirla perché essa riesca a corrispondere alle aspettative. Per come la situazione è stata finora – anche rispetto alle aspettative – eravamo  cronicamente a corto di mezzi economici per il finanziamento del lavoro di base.
A partire dal 1 luglio, Lei avrà un nuovo lavoro. Ci può già dire qualcosa a proposito?

Sì, qualcosa. Ho in progetto di trasferirmi a Ginevra, la sede dell’organizzazione mondiale del  commercio Wto e dell’ONU, per lavorare nell’ambito di una fondazione. In questo ambito mi occuperò del commercio mondiale dei prodotti agricoli cercando strade per trasformarlo soprattutto in modo che sia più equo nei confronti dei piccoli contadini di questa terra. Per ora, si tratta di un progetto della durata di tre anni. Non c’è ancora molto di certo: la via dovrà delinearsi durante il cammino.
Signor Fuchs, Le facciamo tanti auguri per il suo cammino!
Traduzione di Lucy Milenkovic
Da: Lebendige Erde, nr. 3/ 2010


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