“Nel campo lavorato non crescono le orticheâ€
L’ortica – Urtica dioica
Assomiglia alla seta
Tenendo in mano una tela ottenuta dalla fibra di ortica, si nota subito la sua luminosità . E’ resistente al tatto, liscia, setosa, dal verde tenue al verde scuro e opaco, proprio come la foglia della pianta. Non è facile immaginare che da una fibra tanto ispida si ricavi un tessuto così particolare!
Fino al 1500, periodo in cui ebbe inizio l’importazione del cotone dall’India, si usavano i fusti cavi di ortica per confezionare indumenti, sacchi e borse, corde e funi, e le foglie e le radici per tingere di verde e di giallo lana, lino e seta. Alcune aziende di tessuti ecologici stanno nuovamente introducendo il tessuto d’ortica. Se la trama è sottile, la stoffa ricorda la seta: trasmette la sensazione di freschezza, ha un’azione equilibrante sulla temperatura corporea ed è antistatica, cioè, non si carica di elettricità .
La pianta nel corso dell’anno
L’ortica maggiore (Urtica dioica della famiglia delle Urticaceae) cresce su terreni erbosi, lungo sentieri, strade e fossi e nei pressi di letamai o rotaie in disuso e reti metalliche. E’ attratta dal ferro, dai metalli in genere, ma anche dai luoghi in cui si accumula dell’azoto; in questo senso, l’ortica è una pianta “indiceâ€.
Le prime ortiche spuntano a marzo. le foglie hanno i margini dentellati e sono color verde scuro; alla base sono cuoriformi, in alto diventano sempre più piccole e lanceolate. In primavera si raccolgono le foglie sommitali. Si tritano finemente e si aggiungono a frittate, torte salate, zuppe e farrotti e risotti. Hanno un ottimo sapore che ricorda gli spinaci. Oltre ad essere buone da mangiare, contengono preziosi sali minerali e oligoelementi, vitamine e molta clorofilla, stimolano il metabolismo e sono leggermente lassative. Laddove vengono tagliate si riformano delle nuove piante e si possono avere ortiche fresche da usare in cucina da marzo a novembre.
Osservando un gruppo di ortiche si ha l’impressione di essere di fronte a un piccolo esercito: con le foglie opposte, lungamente picciolate, le piante hanno un portamento particolarmente eretto. Sono ricoperte di sottili tricomi (peli) urticanti, saldamente conficcati nelle lamine fogliari e lungo il fusto. Alla base, i peli sono protetti da uno strato di calcio, successivamente assumono una forma tubolare e sono composti da acido silicico. Sfiorando una foglia di ortica, i tricomi si spezzano (la punta di silice è fragile come il vetro!) e “iniettano†sostanze irritanti tra cui istamina, acetilcolina, acido formico. L’effetto può essere fortemente irritante, quasi come di una scottatura. La zona colpita si arrossa e si formano delle piccole pustole che solitamente si riassorbono velocemente. Come intervento di “pronto soccorsoâ€, possiamo strofinare una cipolla tagliata o dell’olio essenziale di lavanda puro sulla zona interessata; entrambe i rimedi riducono il dolore e il prurito e favoriscono il riassorbimento dell’esantema.
Laddove cresce l’ortica (ma anche dove viene utilizzata di frequente come macerato), vivono molte specie di insetti: formiche, farfalle, mosche, piccole vespe e, sotto terra, tanti lombrichi. Possiamo dire che la pianta ha un ottimo rapporto con il mondo animale. Come si spiega ciò, come mai gli insetti vivono volentieri vicino alle ortiche? Esse non hanno infiorescenze particolarmente appariscenti o profumate e non sono certo piante ricche di linfa, anzi, si difendono da eventuali “visitatori†con i peli urticanti. Osservando attentamente una pianta di ortica, tuttavia, ci accorgiamo della sua forte vitalità . Non è la vitalità esuberante delle piante ricche di acqua o delle piante fruttifere. Nell’ortica, una foglia segue l’altra secondo un certo ritmo, fino ad arrivare all’infiorescenza, raggiungendo anche i due metri di altezza senza piegarsi. E’ saldamente ancorata al terreno e lo “lavora†con il suo apparato radicale, mettendo ordine, trasformandolo. Così il terreno diventa scuro, ricco di humus, profumato, e può nascere della nuova vita animale e vegetale, e anche formarsi della terra fertile per l’agricoltura.
A maggio, giugno compaiono i fiori a spighe, lunghi e pendenti nelle piante femminili, eretti in quelle maschili. Nelle giornate calde d’estate il polline delle piante maschili fuoriesce all’improvviso, formando una nuvola nell’aria: sembra che dalla pianta si innalzi del fumo! Dai fiori femminili, invece, si formano i semi, ricchi di proteine e grassi polinsaturi.
In autunno la pianta ormai disseccata nella parte aerea si ritira nel suolo, nell’organo di riserva, la radice.
Raccolta
In primavera si raccolgono i giovani getti di ortica (foglie e giovani fusti) per la cucina. Le foglie da essiccare per le preparazioni erboristiche (infusi, decotti, tinture ed estratti alcolici) vengono recise in tarda mattinata da aprile a giugno, prima che compaiano i fiori, ed essiccate velocemente all’ombra. I semi sono pronti da fine luglio in poi, mentre la radice può essere dissotterrata o in autunno o in primavera.
Una precauzione nella raccolta: come pianta infestante, l’ortica cresce bene nei luoghi abbandonati. Non sempre si sa se quei terreni sono privi di sostanze inquinanti. Potrebbero esserci, ad esempio, dei metalli pesanti, resti di concimi di sintesi o di sostanze chimiche. Naturalmente, l’ortica cresce anche sugli scarichi fognari! E’ quindi buona regola raccogliere solo in zone sicure, sui campi coltivati con il metodo biologico o biodinamico o lungo dei fossi puliti.
Prima di utilizzare l’ortica, di essiccarla o cucinarla, è preferibile stenderla su un telo e privarla dei suoi “ospitiâ€, insetti o animaletti che si trovavano sulla pianta al momento della raccolta.
“Nel campo lavorato non crescono le ortiche†– l’ortica in agricoltura
Nel “Corso di agricoltura†(Impulsi scientifico naturali per il progresso dell’agricoltura, Ed. Antroposofiche, Milano) Rudolf Steiner descrive l’ortica e dice che “è una pianta che dovrebbe veramente crescere intorno al cuore dell’uomoâ€. Sostiene anche che si tratta di una pianta “tuttofareâ€, in grado di “rendere ragionevole il composto di letameâ€. Nel terzo volume di “Le piante medicinali†(Editrice Natura e Cultura, Alassio) Wilhelm Pelikan approfondisce gli aspetti menzionati da Steiner sull’importanza dell’ortica e cita studi sul suo particolare legame con il ferro.
Chi si occupa di giardinaggio e orticoltura con il metodo biologico e biodinamica conosce bene le qualità dell’ortica. Il macerato viene utilizzato soprattutto in due modi: come ammendante e concime liquido e come antiparassitario. Per concimare le piante al trapianto o in periodi di necessità , si copre 1 kg di ortiche (steli, foglie e qualche radice) con 10 l di acqua e si lascia macerare per due settimane, coprendo con una rete e rimestando quotidianamente. Si filtra quando il macerato è maturo (ha un odore forte ma non puzza più) e si conserva in recipienti di materiale naturale. Per usarlo sulle colture si diluisce nel rapporto da uno a dieci. Invece, per combattere efficacemente gli afidi, si filtra dopo 24 o al massimo 36 ore, si diluisce 1:5 e si usa più volte irrorando le piante colpite. Grazie all’acido formico dell’ortica gli afidi scompariranno velocemente!
L’ortica come pianta medicinale
L’ortica è una vera e propria “helping plantâ€, una “pianta d’aiuto†(“helping plants†sono piante aromatiche e medicinali, annuali e pluriennali, spontanee e coltivate che ci aiutano a superare piccoli disturbi migliorando la nostra vita quotidiana. Si tratta di specie diffuse, da usare nell’alimentazione, nella cura del corpo e come supporto a cure mediche. Ogni regione ha le sue piante d’aiuto e le proprie ricette, le proprie usanze e tradizioni legate anche al corso dell’anno.) Cresce in tutta Italia e ha, innanzi tutto, un forte legame con il processo del sangue nell’uomo. Ha proprietà emostatiche, antiemorragiche. E’ indicata nella cura dell’anemia, combatte l’astenia, stimola i processi metabolici, favorisce l’assorbimento delle sostanze. Contiene ferro, zolfo, minerali come la silice, molta clorofilla e preziosi flavonoidi. I preparati erboristici a base di ortica favoriscono la formazione della ferritina, la proteina responsabile dell’assorbimento del ferro. Nell’anemia si consiglia di assumere il succo di ortica. Si ottiene dalla pianta fresca e si assume a cucchiaini tre volte al giorno prima dei pasti. Quando non si ha a disposizione la pianta fresca, si può ricorrere all’estratto secco o alla tintura madre, da prendere insieme all’infuso di foglie e alla â€acqua di ortica†(vedi ricetta).
L’infuso di radici e foglie è indicato nell’infiammazione delle vie urinarie e della prostata ed è un buon diuretico. Gli estratti di ortica hanno inoltre effetti benefici sulle articolazioni. Studi clinici dimostrano la loro efficacia nell’artrosi e nell’artrite. Migliorano la mobilità delle articolazioni e leniscono i dolori dovuti all’infiammazione. Nell’erboristeria tradizionale europea si consiglia di applicare un impacco di semi di ortica sulla zona dolorante, e anche di adottare l’antica tecnica dell’“orticazioneâ€: si strofinano delle ortiche appena raccolte sulla zona interessata per aumentare l’irrorazione sanguigna, il flusso linfatico e combattere l’infiammazione.
L’Urtica dioica è utilizzata infine nelle malattie della pelle, nella psoriasi o per eczemi in genere. Estratti di ortica in alcol o aceto e il decotto concentrato di radice di ortica sono i rimedi giusti contro la forfora e i capelli grassi e opachi.
Le foglie di ortica rientrano nelle miscele di piante medicinali vocate che aiutano a regolarizzare il flusso mestruale.
Concludendo possiamo dire che l’ortica è una delle piante medicinali europee più antiche, oggi diffusa in tutto il mondo. Sostiene le forze vitali nell’uomo, influisce sul suo sistema ritmico e metabolico irradiando dal cuore e dal sangue verso la periferia, la pelle. L’ortica aiuta l’uomo nella sua continua trasformazione e favorisce un rapporto salutare tra interiorità e mondo esterno.
“Acqua di orticheâ€
Si raccoglie una manciata di getti, foglie e giovani fusti di ortica, si copre con un litro di acqua tiepida e si lascia in infusione per un’ora. Filtrare e bere durante la mattinata aggiungendo qualche goccia di succo di limone e un cucchiaino di miele. L’acqua di ortica stimola delicatamente il metabolismo, è un tonico per il sistema nervoso. Si beve in primavera e in autunno, per almeno tre settimane.
Karin Mecozzi
Erborista, Esperta qualifica di fitoterapia