Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
La consolida maggiore (Symphytum officinale L.)

La consolida maggiore (Symphytum officinale L.)

A fine estate, nei prati umidi e fertili e lungo i fossi e i corsi d’acqua crescono ancora vigorosi i cespi della consolida maggiore (Symphytum officinale L.), chiamata anche “erba di San Lorenzo”, “borana selvatica” o “simfito”. E’ una pianta perenne della famiglia delle Boraginaceae con foglie lanceolate e infiorescenze disposte a spighe, con corolle tubulose dal bianco crema al violetto, ricche di nettare per api e bombi. Proviene dal Caucaso ed è ampiamente diffusa nelle zone umide e fresche dell’Europa centrale. Non cresce, invece, nei climi caldi e siccitosi e nei terreni magri del mediterraneo. Può raggiungere un metro di altezza e appare possente, foglie e fiori hanno linee eleganti, ricurve, “in movimento”. Setolosa al tatto, la consolida sa difendersi dalle lumache e dagli insetti che vorrebbero cibarsi delle sue foglie e dei fusti croccanti, pieni di succhi. E’ ricoperta di peluria ma i peli non sono urticanti, non irritano la pelle.

In autunno, quando la vita si ritrae nel sottosuolo, la parte aerea della consolida appassisce e si decompone concimando il terreno circostante. Rimangono vive le forti radici fittonanti, bianche all’interno e ricche di zuccheri e sostanze nutrienti. Un tempo venivano cotte come le radici della pastinaca o della carota selvatica. Oggi si sconsiglia di mangiarle per la presenza di alcaloidi.

La radice di consolida contiene varie sostanze attive: inulina, colina, amido, zuccheri, tracce di olio essenziale, resine, gomma. Le foglie sono ricche di minerali (silice!) e oligoelementi, mucillagine, allantoina, acido rosmarinico e tannini. Contengono anche la sinfito-cinoglossina, un alcaloide che agisce sul sistema nervoso. Tutte le parti della consolida maggiore, fiori, foglie e radici, specialmente se fresche, contengono, inoltre, alcaloidi pirrolizidinici, composti altamente epatotossici e probabilmente cancerogeni. Tuttavia, non si può dire che la consolida sia una pianta velenosa. Gli alcaloidi presenti diventano nocivi solo se ingeriti a dosi molto elevate. Si consiglia quindi di non usare quotidianamente foglie e fiori di consolida maggiore. Lo stesso vale anche per fiori e foglie di borragine, erba viperina e polmonaria, tutte specie delle Boraginaceae. E’ meglio evitarle del tutto in gravidanza o con gravi malattie al fegato. Si può assumere invece la tintura omeopatica, anche per lunghi periodi, scegliendo una diluizione a partire dalla D3. L’uso esterno della consolida è assolutamente privo di rischi, gli alcaloidi non vengono assorbiti attraverso la pelle. Inoltre, molti prodotti in commercio sono ottenuti da varietà che non contengono composti pirrolizidinici.

La consolida è un’importante pianta medicinale europea. “Consolida” in latino e  “Symphytum” in greco si riferiscono all’azione su ossa e tessuti, nota anche agli antichi. “Symphyein” in greco significa congiungere, mettere insieme, riattaccare. Santa Ildegarda da Bingen scrive: “La consolida è fredda… Se non si assume correttamente, essa cura le piaghe esteriormente ma indirizza verso l’interno sostanze in putrefazione di ogni genere.” Ciò che sostiene l’esperta badessa erborista è vero: oggi sappiamo che la consolida, favorisce la rapida cicatrizzazione dei tessuti; se però la lesione si chiude troppo velocemente insorge il rischio di  un’infezione. E’ dunque consigliabile non applicare la consolida su ferite aperte. In questo caso si applicano la calendula, l’achillea o l’iperico.

Con le foglie della consolida si prepara un estratto oleoso, un oleolito, adatto alla cura di eczemi, micosi, vene varicose, edemi. Le foglie vengono raccolte in giorni asciutti e soleggiati, di luce/calore, prima della fioritura. Vengono leggermente essiccate e messe a macerare con del buon olio di oliva per 40 giorni in un luogo caldo, all’ombra. Pestando e tritando le foglie fresche si ottiene invece un impacco di “pronto soccorso” per punture di insetti e lussazioni.

La radice di consolida è la parte più attiva della pianta. Con il suo elevato contenuto di allantoina è indicata in caso di fratture ossee e lesioni delle cartilagini, di infiammazioni articolari, cisti e tumefazioni. Con l’estratto di radice si preparano unguenti, pomate e tinture. Secondo una comprovata ricetta, si fa bollire una manciata di radice essiccata con poca acqua, si frulla ottenendo una poltiglia omogenea e si stende sulla zona lesa, coprendo un panno di cotone. Si risciacqua dopo mezz’ora e si applica una pomata di consolida, eventualmente in combinazione con arnica e pratolina.

Infine, va ricordata anche una parente della consolida maggiore, utilizzata in diverse parti del mondo dall’agricoltura organica. E’ apprezzata soprattutto nei paesi anglosassoni ed anche in Germania. Viene chiamata “comfrey” (Symphytum x uplandicum); si tratta di un ibrido, ottenuto in Russia dall’incrocio di diverse specie di consolida ed esportato in America nel secolo scorso. L’intera pianta viene usata come mangime per gli animali e anche per concimare campi e orti. Il macerato di consolida (anche della c.maggiore) è ricco di minerali, silice e sostanze nutrienti. E’ un buon fertilizzante naturale e si può combinare con l’ortica per dare una “spinta” alle piante ortive, ai gerani e alle rose.

Buon San Michele a tutti i lettori!

Karin Mecozzi, erborista, sperta qualificata di fitoterapia, Urbino

karin.mecozzi@aruba.it

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