Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
La mia esperienza nell’uso delle ceneri

La mia esperienza nell’uso delle ceneri

di Francesco Mondora

Le ceneri sono uno strumento potente ed efficace che è necessario utilizzare con assoluta consapevolezza. Questo è stato il primo pensiero di quando 3 anni fa ho iniziato ad utilizzarle per far fronte ad attacchi forti di insetti, animali, uccelli e infestanti. La mia esperienza mi ha portato molto a riflettere che i risultati che ho potuto ottenere con le ceneri sono di grossa portata e che nella loro efficacia creano una situazione di non equilibrio. Premetto che l’applicazione delle ceneri l’abbiamo iniziata grazie alle dritte e al modo pratico insegnato da Michele Baio, al quale sono grato per l’introduzione.

Da lì abbiamo iniziato a lavorare intensivamente nell’incenerire alcune erbe infestanti. Ci trovavamo a voler reimpiantare un vigneto che era stato abbandonato e dove i rovi avevano preso il sopravvento. Il vigneto era pieno di rovi che con i loro riccioli sembravano accarezzare la terra, ma noi avevamo bisogno di riportare la coltura lì. Abbiamo lavorato nell’estirpare diverse piante di rovi con zappe e abbiamo cercato di prendere tutto quello che della pianta era necessario: dalle radici, alle piante e al frutto.

Osservando il calendario di Maria Thun abbiamo incenerito quel trattore di rovi che avevamo collezionato. Abbiamo presa la cenere ottenuta e di questa una parte l’abbiamo conservata e l’altra l’abbiamo dinamizzata in un mortaio per un ora. Abbiamo poi sparso la cenere nel campo di rovi che avevamo opportunamente tagliato. L’anno successivo c’erano solo felci; in verità i rovi non erano scomparsi ma erano diventati nani e i loro rigogliosi riccioli erano coperti dalle piante di felce che non avevamo incenerito.

Questa è stata la nostra prima esperienza con le ceneri; da lì abbiamo iniziato a fare ceneri di animali (cinghiale, cervo, corvi) e di insetti (cimici, dorifore, mosche). La tecnica della “pepatura” dopo la dinamizzazione non andava bene per i cinghiali e i corvi. L’estensione era troppo ampia per riuscire ad avere cenere a sufficienza. Abbiamo quindi seguito i consigli omeopatici. La cenere degli insetti e dei corvi l’abbiamo fatta su un letto di legna di faggio e sopra ci abbiamo messo l’animale che volevamo incenerire. L’abbiamo setacciata con un setaccio fine per evitare i residui di carbone e di legna. Poi partendo da un grammo di cenere abbiamo aggiunto 9 grammi di acqua e l’abbiamo messo in una boccetta vuota e lo abbiamo dinamizzato con la tecnica della succussione per 300 volte a 100 colpi al minuto e confesso che l’uso del metronomo ci ha dato il ritmo.  Così abbiamo ottenuto una D1 e da lì abbiamo prodotto una D2 fino a una D8 con la medesima tecnica e prendendo un decimo dalla diluizione precedente e 9 decimi di acqua. Nel caso dei cinghiali abbiamo prodotto D8 per 15-20 litri  e siamo andati nel campo a spargerla con una pompa a spalla. Ogni tre passi una spruzzata per terra.

Abbiamo cercato di fare una spirale nel campo dal centro per uscire. Questo per la principale ragione che non sapevamo quanta terra fossimo riusciti a coprire con il preparato. Abbiamo ripetuto il lavoro per 3 volte alternando lo spruzzo un giorno si, un giorno no e già dal primo giorno i cinghiali avevano deciso di soffermarsi nel perimetro della zona. Con le tre spruzzate abbiamo raggiunto una copertura efficace per favorire poi il pascolo e quindi evitare con le mucche il loro intervento.

Una volta ci è capitato di incenerire le cimici che avevano infestato circa 200 piante di cavolo cappuccio. Non abbiamo guardato il calendario e abbiamo agito di urgenza nell’incenerire una trentina di cimici e poi abbiamo fatto la D8 con la stessa tecnica che ho spiegato sopra. La sera abbiamo spruzzato le cimici e l’indomani non c’era più una cimice sui cavoli: tutte erano volate sulle piante di lamponi di fianco che avevano ormai finito il loro ciclo. Questo fatto mi ha portato a meditare che le ceneri quando usate portano un “buco” che prima era coperto dalle cimici. Da lì ho iniziato a pensare che l’equilibrio sia da portare nella terra e che se le cimici erano sui cavoli è perchè stavano cercando di portare una situazione di equilibrio.

Le ceneri sono un mezzo potente, ho imparato che il loro utilizzo deve essere fatto con assoluta coscienza della situazione che si crea quando c’è una forte infestazione. Cerco di non utilizzare le ceneri come rimedio univoco contro le infestazioni e cerco di lavorare di più con i preparati sulla terra per poter portare quel equilibrio che gli insetti mi stanno chiedendo.

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