Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
L’incontro di Firenze, non solo un’assemblea annuale.

L’incontro di Firenze, non solo un’assemblea annuale.

di Carlo Triarico

La riunione delle sezioni e l’assemblea annuale dell’Associazione, tenutesi a Firenze il 26 maggio, sono state l’occasione per introdurre alcune novità strutturali che il consiglio si propone. Innanzitutto si è parlato di plasmare in senso federale l’organizzazione dell’Associazione. Durante la riunione delle sezioni, che si è tenuta al mattino, è stata presentata l’idea di istituire una Consulta delle regioni. Tale gruppo di lavoro, costituito dai segretari di sezione, ha lo scopo di portare le forze periferiche ad agire sul centro. Le membra sono infatti più sagge della testa. Da ciascuna sezione verranno non solo idee, ma anche prese in carico di attività, soprattutto in chiave locale. Questo disegnerà l’essere complessivo dell’Associazione, attraverso il suo agire sul territorio. Le regioni sono chiamate a lavorare direttamente e a sostenere così il centro. Per questo occorre mutare il regolamento delle sezioni previsto dallo statuto. Oggi le sezioni sposano tre possibili modalità organizzative: la sezione classica, che opera giuridicamente come parte dell’Associazione con limitata operatività; la sezione classica, che opera appoggiandosi per le attività economiche a un ente terzo; la sezione autonoma, che ha un proprio statuto e vita economica autonoma. In tutti e tre i casi ci sono limiti strutturali. Il regolamento sarà cambiato in modo da permettere alle sezioni di muoversi con più agilità ed efficacia. Per questo abbiamo avviato una fase di progettazione condivisa del regolamento, per la quale prevediamo l’apporto dei soci attraverso le sezioni. In occasione del prossimo convegno annuale sarà indetta un’assemblea straordinaria per l’approvazione del nuovo regolamento. Questo dovrebbe essere un primo passo che ci permetterà di avviare un’attività di servizi erogati in forma diretta dall’Associazione. Tra questi la consulenza, la formazione, la ricerca, la divulgazione. Ci sarà una metamorfosi se ci sarà in questo la partecipazione diretta dei soci.

Nell’assemblea, che si è svolta dopo pranzo, il consiglio ha incoraggiato questo intento, invitando i soci a portare idee e soprattutto prese in carico di attività. È un esperimento nuovo. Innanzitutto abbiamo illustrato la situazione patrimoniale e di bilancio, che è stato approvato all’unanimità. L’Associazione chiude in attivo l’anno 2011 e ha una situazione patrimoniale solida. L’attivo però si è potuto ottenere in seguito a pesanti tagli e al lavoro volontario. Volontariato faticoso, che non può durare ancora tanto. Abbiamo agito in modo oculato, forse pedante, ma lo dovevamo ai soci e a quanti hanno avuto cura dell’associazione prima di noi. Il problema è che gli associati sono diminuiti costantemente negli ultimi 10 anni, fino ad essere poco più di 500. Sono numeri che dobbiamo almeno raddoppiare. Intanto abbiamo chiesto a chi può e vuole di aumentare la quota d’iscrizione. Grazie all’idea di una quota giornaliera variabile, riceviamo adesso anche iscrizioni a mille euro per il 2012. Questo porta ad avere delle risorse in più. La ricchezza maggiore però risiede nell’aumento della partecipazione, ossia: il raddoppio del numero di iscritti e la disponibilità di alcuni soci a dare una mano. Da solo il consiglio non può farcela.

Durante l’assemblea sono arrivati suggerimenti di cui ringrazio. Spero si traducano in prese in carico dirette. Ricordo con gratitudine chi ha incoraggiato un impegno comune con Demeter e i soci Demeter che hanno caldeggiato il sostegno alle iscrizioni all’Associazione. La cosa mi ha toccato, perché tocca il cuore stesso del movimento. La partecipazione dei consiglieri Demeter all’Assemblea l’ho trovata, del resto, un sostegno sentito. Soprattutto qualcuno dei soci mi ha fatto provare l’importanza della biodinamica come parte dell’antroposofia. Non c’è parte meno importante del tutto e le aziende biodinamiche, la loro sana vita sociale, sono in testa alle preoccupazioni del consiglio. I tempi non sono facili.

Durante il dibattito ho ritenuto di porre la questione dei rapporti col mondo del bio, col quale a mio avviso dobbiamo relazionarci costantemente senza timori, certi che non muteremo per questo la nostra natura. La bagarre che ne è seguita testimonia di un cammino di maturazione che la nostra comunità deve fare. Tuttavia ritengo urgente la partecipazione diretta a realtà come Federbio o all’Associazione produttori, tanto quanto è importante continuare nelle iniziative che già abbiamo intrapreso per la formazione, la Fondazione per la Ricerca in Agricoltura Biologica di AIAB, il progetto “Terre Future” con Banca Etica, per la terra bene comune. Sono partenariati vitali che stiamo alimentando per dare vita all’Associazione che vorremmo.

Infine sono personalmente grato al consiglio per aver voluto tenere l’Assemblea nella sede della sezione Toscana. Mi ha ricordato che una comunità di esseri umani non ha bisogno di una “sede centrale”, ma di un luogo comune, spiritualmente ugualmente vicino a tutti e a ciascuno. Vorrei ringraziare il gruppo Mercurio della sezione Toscana per il pranzo a base di prodotti biodinamici: è un bel esempio di come si possano vivere lo studio e l’attività biodinamica che ci ha fatto bene.

Mentre svolgevamo l’assemblea non lo sapevamo, ma erano le ultime ore in Terra di Gianni Catellani. Ora penso: voglio farcela anche per lui.

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