Gianni Tamino
Università di Padova
Nella realizzazione di organismi transgenici o geneticamente modificati (OGM) si ritiene sufficiente inserire un gene estraneo per determinare un nuovo specifico carattere, ma i geni agiscono secondo una logica a rete, tipica di un sistema complesso, in cui ogni gene interagisce con tutti gli altri. A questo proposito, nel 2002, il premio Nobel Dulbecco, ha dichiarato: “introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata: non è sufficiente introdurre un gene nell’organismo per determinarne l’effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti.â€
Non è facilmente prevedibile quali alterazioni potrebbe provocare la diffusione nell’ambiente di OGM, ma sicuramente si dovrebbero adottare criteri cautelativi. Negli Stati Uniti, dove le coltivazioni transgeniche sono diffuse da vari anni, è stata realizzata una ricerca sugli impatti ambientali di tali coltivazioni. Nell’ampio studio “Impacts of Genetically Engineered Crops on Pesticide Use: The First Thirteen Years†(Benbrook, 2009) viene ampiamente documentato che, tra il 1996 e il 2008, nelle aree coltivate con soia o mais transgenici, l’uso di erbicidi e di insetticidi è aumentato in misura notevole. La principale conseguenza di questo incremento è stata la proliferazione di molte piante spontanee resistenti al glifosato, l’erbicida utilizzato nella coltivazione di soia transgenica.
Lo studio dimostra non solo che i semi transgenici non riducono l’uso di pesticidi, ma anche che vi è un veloce adattamento di alcune infestanti al glifosato, aumentando i costi degli agricoltori e diminuendo la produzione.
Infine, va ricordato che, per ovviare alla contaminazione ambientale attraverso il polline, si è pensato di inserire i geni nel DNA dei cloroplasti, ma una ricerca del 2003 ha dimostrato che i geni estranei inseriti in una pianta possano spostarsi dai cloroplasti al DNA del nucleo della cellula e in questo modo disperdersi nell’ambiente con il polline.
Gianni Tamino
Università di Padova