Tra i relatori del 36° Convegno Internazionale dell’Associazione dell’Agricoltura Biodinamica che si terrà dal 27 al 29 a Firenze interverrà , durante la prima sessione del primo giorno di lavori, presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, Alessandro Piccolo, Professore Ordinario di Chimica Agraria e Ambientale dell’Università di Napoli Federico II. Riportiamo di seguito l’abstract del suo intervento, l’ultimo della sessione sulle basi scientifiche dell’agricoltura biodinamica”
Natura e bioattività della sostanza organica umificata
di Alessandro Piccolo, Professore Ordinario di Chimica Agraria, Università di Napoli Federico II
La sostanza organica umificata o sostanze umiche o humus è una delle principali componenti del suolo che garantiscono la crescita vegetale per il contenuto di nutrienti in forma organica, la qualità fisica del suolo per la stabilizzazione degli aggregati, e la biodiversità del suolo per la sua funzione di substrato metabolico per i microorganismi.
L’humus, sia nel suolo sia quando si stabilizza nel compost maturo, è il prodotto finale della degradazione biotica ed abiotica delle biomolecole rilasciate dalla lisi delle cellule e della formazione di metaboliti microbici di sintesi secondaria. Le recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’humus è costituito  da molecole eterogenee relativamente piccole che si auto-assemblano in associazioni supramolecolari le cui dimensioni possono essere ridotte dall’interazione dagli acidi organici essudati dalle radici delle piante.
Una abbondante letteratura scientifica ha evidenziato che l’humus ha significative proprietà bioattive che le forniscono un ruolo biostimolante nei confronti delle colture agrarie, anche a concentrazioni molto basse e non superiori ai 300-400 g.Ha-1. In particolare, la capacità delle sostanze umiche sia endogene nel suolo sia esogene nel compost di aumentare l’apparato radicale delle piante e di stimolare la crescita dei coleottili è attribuita ai composti monomerici fenolici della ligninica, a composti ormono-simili come l’auxina, ed a composti alchilammidici. Vi è l’ipotesi che questi composti siano in grado di aumentare l’attività dell’enzima ATPasi o la produzione di ossido nitrico nelle cellule delle radici vegetali, con l’effetto di produrre un allungamento dell’apparato radicale e la conseguente maggiore capacità delle piante di assimilare nutrienti.
La crescente consapevolezza nella società della necessità di ridurre gli inputs sintetici industriali in agricoltura passando a tecniche più sostenibili dal punto di vista ambientale, ed il concomitante successo presso i consumatori dell’agricoltura biologica o organica o biodinamica, porta ad orientare gli studi scientifici verso un maggiore comprensione dei processi che intercorrono nella rizosfera tra humus, microorganismi e pianta. Una ricerca scientifica necessaria, nonostante la complessità delle interazioni tra questi comparti che, contrariamente ai processi sempre riproducibili all’interno della cellula, sono soggetti ad una estrema variabilità dei sistemi aperti propri della termodinamica dell’equilibrio.
La sfida dell’immediato futuro risiede nel fornire le basi scientifiche per lo sviluppo e l’utilizzo di nuovi bioprodotti fertilizzanti e stimolanti per l’agricoltura che sostituiscano i prodotti agrochimici tradizionali a forte impatto sull’ambiente e la salute pubblica. Â