di Carlo Triarico
Mentre un articolo su Nature e una meta analisi sui Proceeding della Royal Society ci dicono che la bioagricoltura può sfamare il mondo (ne parlo nella puntata del 22 aprile della trasmissione “Agricoltura? Parliamone†di Radio Radicale), crescono le aziende che applicano l’agricoltura biodinamica, in linea con la crescita del settore biologico. Proprio per questo è importante il lavoro unitario nell’agricoltura biologica e biodinamica e la difesa di una speranza di rinnovamento agricolo. I riscontri che ci giungono sono straordinari. Il bilancio annuo per ettaro delle aziende biodinamiche certificate è quattro volte la media nazionale e le richieste di prodotto aumentano. Arrivano anche i riscontri delle azioni dell’Associazione Biodinamica per la ricerca. La ricerca Core Organic “Green Resilient†mette alla prova in Italia gli effetti della biodinamica, in un progetto europeo che vede attivi 8 centri di ricerca in Europa. Ne hanno parlato diverse testate e un interessante trasmissione su SkyTg24 ha mostrato la sensatezza della gestione biodinamica delle aziende agricole e un convegno a Roma presso Coldiretti ha indicato la biodinamica come patrimonio dell’Agricoltura Italiana. Il sottosegretario di Stato del Ministero Agricoltura Manzato ha anche descritto la biodinamica come esempio di gestione circolare e una carta da giocare in Europa insieme al biologico per la definizione delle politiche agricole europee.
I compiti in campo della biodinamica sono di rivitalizzare i suoli, riconnettere la terra ai giusti ritmi, costruire una individualità agricola, preservare la salute umana e animale, ma c’è un compito sociale che ci riguarda: sostenere tutte le aziende nella strada della transizione verso la sostenibilità .
Non si tratta solo di difendere le aziende biodinamiche, di lavorare insieme a tutto il settore biologico per un modello agricolo ecologico, si tratta anche di sostenere una via ecologica all’agricoltura per tutti gli agricoltori e cioè i biodinamici devono essere il prossimo per ogni altro agricoltore.
La restaurazione di un modello agricolo iperindustriale, ormai morto, potrà avvenire solo per via giuridica, attraverso la forzatura lobbistica in sede politica in direzione contraria alle scelte dei cittadini. Per questo da un lato occorre fare buona agricoltura ed essere d’esempio, ma dall’altro occorre essere molto vigili, perché non siano imposte retrocessioni sull’ambiente. È la via più pericolosa per impedire agli agricoltori di costruire una riforma agraria e un nuovo modello agricolo adeguato ai tempi.
Abbiamo molto da fare e abbiamo bisogno di tante forze e risorse. In questi mesi siamo troppo poca cosa per i compiti che ci siamo presi e dobbiamo rafforzarci, con le iscrizioni, il volontariato, l’aiuto reciproco, il lavoro saldo e generoso per il bene comune. Vedo i pochi che ci aiutano e i tanti che rischiano di essere spettatori curiosi di una partita importante. Occorre un gesto libero di volontà ed essere attivi in tanti. Anche per questo vi chiediamo di iscrivervi all’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e facciamo i migliori auguri al nuovo consiglio Demeter di poter dare buoni frutto per il lavoro importante che ci attende.