Associazione Agricoltura Biodinamica Italiana
Sezione Emilia

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LAVORO   (di Gianni Catellani)

             Il 1° Maggio, festa del lavoro, porta in evidenza ogni anno un argomento critico.

C’è chi afferma che è “la festa dei lavoratori”. Esiste una categoria dei lavoratori? sono forse solo gli operai? sarebbe ridicolo; e i non lavoratori chi sarebbero? si pensa forse ai pochi ricchi che vivono di rendita? no, quelli semplicemente sono uomini inutili.

Io vedo i non lavoratori nei disoccupati, nei diseredati, nei giovani che dopo quindici, venti anni di studi si sentono respinti dal mondo del lavoro; nelle persone che erano artigiani e che negli ultimi decenni l’impeto tecnologico ha loro quasi distrutto ogni forma di artigianato.

Lavoratori, perchè non lo devono essere tutti gli uomini, e donne ben inteso? Ognuno con la propria mansione attiva, in una società che fraternamente dovrebbe capire che nessuno, dico nessuno venga escluso dalla partecipazione al progresso del suo territorio, regione, nazione; che nessuno venga tenuto forzatamente nella condizione indegna a guardare lo smodato egoismo dei pochi che guazzano nei privilegi.

Ma che pure nessuno sia escluso e stia a guardare operai strenuamente difesi nel loro posto di lavoro da sindacati ormai fuori tempo; ad ascoltare mas media che ripetono ossessivamente da decenni che vi sarà la crescita e l’occupazione e che intanto viene sempre chiesto da chi ha la pancia piena di portare pazienza a chi ce l’ha vuota, promettendo ciò che sanno poi di non mantenere.

Ecco cos’è “la festa dei lavoratori”: una ipocrisia colossale da sempre!

Come possono illudere i cittadini con fantomatiche crescite quando queste da molto ormai tendono a svilupparsi più che altro in tecnologia , sostituendo macchine a uomini? Come potrà inoltre esservi crescita dopo che l’operazione, in particolare quella odierna 2012 è quella, ma lo era anche prima e lo sarà ancora, di rastrellare le ricchezze dagli italiani ed europei, impoverirli, lasciarli nella miseria, per portare queste ricchezze immense nelle tasche di pochi personaggi di cui non si sa che obiettivi oscuri abbiano sulle sorti del mondo intero?

E’ invece un giorno di “Festa del Lavoro”? Ecco sarebbe allora una Festa Sacra, la più grande Festa dell’Uomo, perchè sarebbe la festa di tutti gli uomini, di tutti i Fratelli Uomini, chiamati e protetti da una vera organizzazione economica nazionale, umana, sacralmente umana; che ingloba sempre e comunque ogni essere umano, che lo voglia, nel mondo del lavoro; in quel mondo in cui l’uomo dona la propria capacità creativa con entusiasmo, libero dalla paura del licenziamento, per nulla preoccupato di una flessibilità del posto di lavoro, perchè sa che non sarà mai abbandonato, perchè sempre considerato l’essere pieno di dignità al centro dell’attenzione della comunità economico-produttiva.

Quale grandiosa atmosfera nazionale economica, quale esempio illuminerebbe e contagerebbe il mondo! Povertà ed emarginazione sarebbero sostituite da letizia e fraternità ed economicamente da ricchezza.

Ma la cultura oggi, così povera e condizionata, dovrà aprirsi e sorreggere ogni giovane a trovare la sua via di vita; ad infondergli l’altissimo concetto che oggi nessuno ormai lavora per sè stesso ma totalmente per gli altri; che egli non lavorerà perchè gli venga corrisposto uno stipendio, ma per entrare attivamente nel progresso dell’umanità.

Quando avrà accolto questa grandissima educazione, lo studente afferrerà come una illuminazione che folgora che per avere prodotti di qualità dagli altri egli sentirà come un dovere morale che deve lavorare nello spirito della qualità totale e dell’onestà, nello spirito del dono.

Saranno uomini che esprimeranno gratitudine per gli infiniti doni che l’intero mondo del lavoro elargirà loro, e perderanno l’illusione e l’inganno “che io non ricevo doni ma pago con denaro!”. Così lo studente diverrà un uomo nuovo che vedrà l’altro come un fratello i cui bisogni e i cui dolori li sente come suoi.

Così finalmente inizierà il vero cristianesimo, la vera opera del Cristo nel cuore di questi uomini, nella vita della natura, nella vita del cosmo intero.

Ma l’uomo è diventato sempre più un essere di conoscenza e non si accontenta più della sola fede, vuole conoscere se stesso, il cosmo, quale è la sua origine e quale sarà la sua meta.

L’unica via che può soddisfare questa interiore esigenza umana di oggi è la via di conoscenza antroposofica di Rudolf Steiner. Essa è diffusa nella libera cultura di tutto il pianeta, seppure emarginata da tutte le istituzioni scolastiche, come del resto è da secoli emarginata ogni cultura che vuole far conoscere l’uomo spirituale.

Ampliate, dopo i pur indispensabili studi convenzionali, la vostra conoscenza, entrate nell’universo luminoso antroposofico, sarà un grande sostegno per dare un contributo individuale al cambiamento positivo umano.

E teniamo ben presente che il mondo non verrà mai migliorato dai potenti, essi sono avvolti e obnubilati dal loro infinito egoismo; ciò che essi temono è la forza di ogni singola e libera individualità che saprà amare l’altro!

Solo le libere individualità possono cambiare in meglio l’umanità e introdurre un nuovo spirito del Lavoro: uomini orientati al bene, con un pensiero libero, un cuore caldo, che hanno compreso la loro essenza di esseri spirituali eterni, l’uomo come senso di evoluzione dell’intero cosmo e non scimmiette evolute, che col fare ogni bene attorno a loro sconfiggono ogni male, perchè il Male di fronte al Bene indietreggia sempre e perde spazio e forza.

Solo così la società umana potrà cambiare, ad opera di singoli individui liberi, illuminati di conoscenza e col calore nel cuore, che troveranno la forza anche di unirsi in raggruppamenti di azione, non più spinti per necessità o religione o partito ma da quegli ideali che possono accogliere come risorse le diversità di ogni singolo.

Ci si potrebbe chiedere perchè nello scritto menziono il Cristianesimo. E’ un’esigenza che esce da questa breve trattazione, ma ne è impregnata. Il Cristo è la forza che, dal suo apparire sul piano terrestre, sorregge l’evoluzione dell'”uomo nuovo”, dell'”uomo libero”, dell'”uomo sole” fino alla conquista della sua meta. Egli è a disposizione di tutti gli uomini, e non di istituzioni convinte di tenerne il possesso. L’antroposofia ne è la grande e possente portatrice, ed è un patrimonio di cultura spirituale, sociale ed economica a disposizione dell’umanità. Essa dalla periferia, da dove è da troppo stata confinata, deve convergere al centro di ogni istituzione culturale. Ma deve liberarsi dalle catene con cui è tenuta prigioniera dalla ostinata, povera cultura materialistica, una cultura che senza la conoscenza del mondo spirituale, viene sminuita anche dalla sua innegabile grandiosità e potenza pratica.

Chi mi legge ha compreso che se vuole apprendere potrà rivolgersi alla bibliografia antroposofica. Considerate però che ci si potrebbe trovare imbarazzati dalla sua vastità. Suggerisco almeno un testo fondamentale: “Teosofia”, per poi affrontare “I punti essenziali della questione sociale”.

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