di Carlo Triarico
Oggi vi racconto una storia interessante. La crescita dell’Agricoltura biodinamica in Italia avviene per la grande qualità del suo processo agronomico, che aumenta la fertilità del suolo, porta in equilibrio l’ambiente e rafforza la biodiversità e la salute. Avviene che i più importanti buyer internazionali chiedano più prodotti biodinamici, per altre centinaia di milioni di euro. Migliaia di agricoltori italiani applicano le pratiche biodinamiche e le richieste al marchio Demeter di certificarle crescono esponenzialmente. Con esse crescono occupazione legale, salvezza del paesaggio, buon cibo e sana economia.
Una fortuna per l’Italia, vero?
Non per i capi delle accademie agrarie italiane che, riuniti nell’AISSA, hanno emanato un documento in cui (dicono loro per “dovere civicoâ€) sentono la necessità di colpire gli agricoltori biodinamici e separare il biologico dal biodinamico. Quest’ultimo applicherebbe pratiche esoteriche, diversamente dal biologico. La gente giustamente agli scienziati crede e giù articoli a diffondere la condanna. Così, in due righe, senza aver audito un biodinamico, senza esaminare le pratiche dei disciplinari e senza l’esame della letteratura scientifica, con una menzogna, denunciano la presenza di pratiche esoteriche esterne all’agricoltura biologica. Del resto la senatrice Cattaneo aveva sentenziato, che i biodinamici fanno stregonerie e che il biologico non è sostenibile. Noi ci inginocchieremmo davanti a tanta scienza ma, leggendo il documento, ci viene il dubbio che costoro non conoscano nemmeno i regolamenti dell’agricoltura biologica di cui dottamente discettano. Non dicono il vero in sede giuridica: infatti la biodinamica applica solo le pratiche ammesse e interne all’agricoltura biologica e come tali esplicitamente definite dai regolamenti europei. Non dicono il vero in sede storica: il biodinamico segna la nascita del biologico, ne è parte integrante, come sancisce al primo articolo la proposta di legge italiana di regolamentazione del biologico approvata alla Camera. Non è vero in sede agronomica, come evidenziano gli studi scientifici sulla biodinamica e le tante aziende agricole in campo.
Il loro è un procedere gravemente antiscientifico. Del resto andate a guardare i Ranking delle università da cui provengono, ossia la classifica internazionale in cui l’Italia, la patria della rivoluzione scientifica, è sprofondata in posizioni infime. Non stupisce allora il degrado culturale per cui il biologico italiano è oggi sotto l’attacco di alcuni accademici.
I capi delle accademie in questione dicono però che se il biologico accetta le benedette pratiche industriali e di includere un po’ di quei pesticidi senza cui l’agricoltura non sfama il mondo, allora il biologico sì che andrebbe bene, ma si tenga separato dal biodinamico. È questo il punto, il futuro del biologico. Sappiate allora, che l’agricoltura biologica non si farà omologare e che i biodinamici ne resteranno un’espressione di coerenza e un presidio saldo, scomodo per alcuni, perché applicano un indirizzo serio di ecologia agraria, perché sono le radici ecologiche patrimonio dell’agricoltura biologica. Per questo siamo in Federbio, che difende queste posizioni e dà l’esempio, per il bene di tutti gli agricoltori italiani, che vanno sostenuti oggi ovunque siano nella transizione sostenibile.
Il “senso civico†imporrebbe innanzitutto di rispettare le leggi italiane ed europee e di accertarsi quando si accusano imprenditori per bene, che lavorano nella legalità . Ma qui finisce la nostra storia e inizierebbe una storia di faziosità ideologica, di interessi e pregiudizi e noi, a quella storia, rinunciamo.