Viaggio nelle aziende biodinamiche italiane
a cura di Lucy Milenkovic’
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Avvicinandosi all’azienda Menicocci si incontra un paesaggio che si è originato 85.000 anni fa in seguito alle violente eruzioni del vulcano di Vico. Piccoli borghi di tufo arroccati sulle alture, resti di imponenti mura, il piccolo borgo di Faleri testimoniano della civiltà dei Falisci, amici degli Etruschi e vicini dei Romani dai quali furono annientati. Proprio nei confini dell’azienda che visitiamo si trova il complesso delle catacombe di San Gratiliano e Santa Felicissima, risalenti alla fase di espansione del cristianesimo. In contrasto con l’atmosfera cupa e inquietante delle vie funerarie e delle catacombe, su queste terre vulcaniche leggermente ondulate e attraversate da un piccolo fiume si percepisce un’atmosfera solare. La presenza di cespugli e alberi sempreverdi come pini marittimi, cipressi e olivi, i prati verdi su cui pascolano le pecore e gli animali dell’azienda, la luce intensa, il calore insolito dell’aria, ci dicono che qui la vita non si ritrae del tutto neppure nei mesi più freddi.
Ritroviamo l’atmosfera falisca anche in cantina, dove sono pronte le nuove bottiglie di vino dai nomi evocativi: Falesos, Stamnos, Falerii, Rhesan…
L’azienda ha 55 ha di superficie complessiva: 31 ha di vigneto (Trebbiano Toscano, Sangiovese, Merlot, Montepulciano) di più di 35 anni d’età , 12 ha di noccioleto (Tonda Gentile Romana), 1 ha di oliveto. Il resto è bosco, pascoli, tare, superfici occupate dagli edifici aziendali. Vigneto e noccioleto sono dotati di impianto di irrigazione di soccorso a goccia. Una strada divide l’azienda in due corpi. Quando negli anni ‘80 Claudio Menicocci rilevò l’azienda di famiglia, questa era gestita in modo convenzionale e il Consorzio agrario dettava l’impiego dei mezzi tecnici. Claudio è perito agrario ed enologo: fino ad allora aveva lavorato come tecnico di cantina per diverse cantine sociali. In quell’ambiente egli sentì parlare per la prima volta di â€agricoltura naturaleâ€. La gestione convenzionale aveva portato all’insorgere di numerosi problemi agronomici nell’azienda, perciò decise di cambiare registro e iniziò a lavorare come agricoltore sperimentatore di nuove strade. Nel 1993 l’azienda ottenne la prima certificazione biologica in conformità al Reg. CE 2092/91.
 Il vigneto e il noccioleto sono inerbiti permanentemente, lo sfalcio viene fatto a filari alterni affinché ci siano sempre piante fiorite a disposizione degli insetti, solo ogni 4 anni il terreno viene “arieggiato†tramite un passaggio con il ripuntatore. In inverno le pecore di un pastore itinerante pascolano sotto le viti e i noccioli, poi ci sono gli animali dell’azienda: un piccolo gregge di capre, galline ovaiole, un paio di mucche dalle lunghe corna e due asini, alcune cassette di api. I preparati vengono dinamizzati e distribuiti con le attrezzature meccaniche prodotte da Montanari, ma ogni tanto si dinamizza a mano per non perdere l’importante esperienza umana che è collegata a questa significativa operazione.
Da diversi anni ha stretto un rapporto di collaborazione con Mauro Job (agricoltore biodinamico particolarmente studioso e sperimentatore della zona), lavorando sui preparati, sperimentando i nuovi preparati vegetali sviluppati da Maria Thun e, da quest’anno, introducendo il sistema delle ceneri come mezzo di controllo dei parassiti.
Come in tutte le aziende viticole, il grosso problema fitosanitario è costituito dalla peronospora: scegliendo formulati con basso contenuto di rame in forma particolarmente attiva, negli anni normali non è difficile restare entro i 2,5 kg/ha di rame metallico, garantendo il rispetto del limite dei 3 kg imposto dagli standard Demeter. Nel 2010, data l’insolita piovosità , è stato molto difficoltoso assicurare la protezione delle piante. I trattamenti a base di zolfo sono limitati ai 20 kg: anche l’uso dello zolfo è stato ridotto per le sue conseguenze nefaste sulla biodiversità .
Claudio, contrariamente alla stramaggioranza degli agricoltori, sembra amare gli organismi di controllo e i disciplinari di produzione. Impressionante l’elenco degli organismi da cui l’azienda è controllata, e quindi certificata: ICEA, DEMETER, Qualità e lavoro, Bio Suisse, Bio Inspecta, Garanzia Aiab, Bio Vegan. Ha elaborato persino un proprio specifico disciplinare di produzione più restrittivo che li include tutti. Questa vena particolarmente rigorosa lo porta a fare alcune critiche al disciplinare Demeter sulla vinificazione recentemente approvato, che a suo avviso è superficiale e lacunoso. Naturalmente anche qui lui segue la propria strada personale senza compromessi. Tutta l’uva viene vinificata in azienda e raccolta unicamente a mano dando lavoro a molte persone nel rispetto dei loro diritti (nel 2010 l’azienda è stata premiata in quanto “Azienda ad alta responsabilità socialeâ€). Nel passato il vino veniva venduto sfuso a grossi acquirenti e imbottigliato in Germania e in Svizzera. Ora la strategia è cambiata: il vino viene imbottigliato in azienda e verrà venduto direttamente. Così si potranno eliminare i solfiti che l’acquirente tedesco usava con prodigalità .
Quando gli chiedo qual è la sua filosofia nel fare il vino, mi risponde:
“La naturalità ! Il mio vino deve essere innanzitutto un alimento sano, perciò lavoro per alterare il meno possibile le caratteristiche della materia prima. Cerco di mantenere tutti i nutrienti presenti originariamente nell’uva, evitando ogni additivo. Io non miro a ottenere un vino sempre uguale grazie alle manipolazioni di cantina, ma  un prodotto dal quale traspaiono le condizioni che hanno reso unica ogni specifica annata. L’agricoltura biodinamica unita alla trasformazione senza chimica è il miglior modo per realizzare questo mio desiderio.â€
Facciamo tanti auguri all’azienda Menicocci Cristina perché prosegua con successo nella ricerca continua della strada migliore per realizzare i propri obiettivi e i propri ideali!
Azienda Agricola Biodinamica Claudio Menicocci di Cristina Menicocci, Fabrica di Roma (VT)
Tel/Fax: +39.0761.575041 , www.biodynamic.it